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Astrofisica, svelato un universo violento, nasce una kilonova dalla fusione di 2 stelle di neutroni

International Gemini Observatory
International Gemini Observatory
07 dicembre 2022 | 17.06
LETTURA: 3 minuti

Un universo violento svelato, l'unione di due stelle di neutroni molto dense che, legandosi e girando vorticosamente una intorno all'altra, formano una kilonova rilasciando un getto potentissimo di raggi gamma. E' quello che ha scoperto con le sue osservazioni l'italiana Eleonora Troja, professoressa associata presso il Dipartimento di Fisica a 'Tor Vergata' e prima autrice su Nature dello studio pubblicato oggi 7 dicembre.

Troja ha scoperto che i lampi di luce gamma osservati nell’evento dell’11 dicembre del 2021, grazie alle osservazioni del telescopio Swif, non erano l’ultimo segno di una stella che sta morendo, e che esplodendo si trasforma in supernova, ma che danno testimonianza dell’unione di due stelle di neutroni molto dense che, legandosi e girando vorticosamente una intorno all'altra, formano una kilonova rilasciando un getto potentissimo di raggi gamma.

Gli studi compiuti nel corso del 2022 hanno portato alla pubblicazione su Nature e sono stati coordinati dalla professoressa Troja, una delle rare donne italiane in Italia a capo di progetti di ricerca scientifici, uno dei cervelli in fuga rientrati in Italia, e approdati all’università di Roma Tor Vergata dagli Stati Uniti grazie a un Erc Grant vinto nel 2020, che con questa pubblicazione si trova ad avere al suo attivo ben tre paper scientifici su Nature: un traguardo che poche altre scienziate possono vantare in campo astronomico.

Il lampo gamma - chiamato Grb 211211A - rilevato lo scorso dicembre allarga quindi l’orizzonte della ricerca astronomica: un evento diverso da quanto osservato finora, ad altissima energia e con durata superiore ai GRB (Gamma Ray Bursts) osservati in passato. Un lampo di raggi gamma ad alta densità in tutte le lunghezze d’onda, la cui sorgente si trovava a circa 350 megaparsec lontano dalla Terra, ovvero a una distanza di oltre un miliardo di anni luce da noi. Astronomicamente parlando, quasi dietro l’angolo. "La luce osservata nella lunghezza d’onda del visibile e dell’infrarosso era molto diversa da quanto ci si aspettasse nel caso di una supernova" rivela Eleonora Troja. "Quello osservato era il bagliore radioattivo causato dalla produzione di metalli pesanti come l’oro, il platino e l’uranio, la cosiddetta kilonova. Abbiamo potuto osservare questa kilonova perché era davvero vicino a noi" sottolinea la scienziata italiana. "È molto raro - osserva ancora- rilevare queste esplosioni così potenti nelle galassie vicine a noi a e ogni volta impariamo qualcosa in più dell’Universo e dei suoi abitanti più misteriosi, i buchi neri".

Com’è quindi possibile che la fusione di due stelle di neutroni può aver generato una emissione così lunga (circa 13 secondi), seguita da un lampo di intensità più bassa durato circa 55 secondi? "Questo risultato - afferma Troja- stravolge la nostra conoscenza in questo campo, noi ne abbiamo preso atto ma non siamo ancora riusciti a trovare la soluzione di questo enigma".

"Pensavamo che la fusione di due stelle neutroni formasse un buco nero e che questo buco nero inghiottisse rapidamente tutto quanto si trovasse nelle sue vicinanze, finendo il suo snack entro un paio di secondi. Invece GRB211211A è durato ben oltre un minuto, mostrandoci che non abbiamo ancora capito quello che succede quando nascono i buchi neri" scandisce infine Troja. Le prossime campagne osservative legate alle onde gravitazionali rilevate dai laboratori terrestri Ligo Virgo e Kagra previste nel 2023 e 2026 potranno fornire altre risposte per spiegare l’origine di questi flash particolari.

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