Le presenze di turisti in Lombardia hanno superato i 37 milioni nel 2016, sulla base delle rilevazioni Istat, e rappresentano il 9,2% delle presenze totali di turisti che il nostro paese. Una forte crescita in questi anni, pari a 8,9 milioni di presenze in più rispetto al 2008 (+50,3% rispetto a +23,3% a livello italiano), con un elevato crescente crescente grado di internazionalizzazione. E quanto emerge dalla ricerca presentata oggi da Intesa Sanpaolo a Cernobbio, in provincia di Como, nell’ambito del convegno ‘La sfida del turismo in Lombardia’.
Sulla base delle risposte ai questionari, elaborate dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, qualità del servizio e ubicazione spiccano quali principali fattori di successo delle imprese intervistate, mentre tra le sfide per il futuro rivestono sempre maggiore importanza la competitività dell’offerta e la necessità di destagionalizzare le presenze. Emergono tassi di occupazione delle stanze più elevati negli hotel ad alto stellaggio e di maggiori dimensioni, che si rivelano anche in grado di fare leva sulla clientela straniera e con maggiore capacità di spesa. Gli alberghi a stellaggio medio basso, dove prevale una gestione a carattere familiare, si focalizzano perlopiù su una clientela low cost.
Una buona quota di imprese ha dichiarato, si legge nella ricerca, di aver effettuato investimenti in passato e di voler investire anche in futuro. Tra gli operatori prevale infatti l’ottimismo per il triennio 2018-2020. Nonostante alcuni fattori strutturali di freno agli investimenti quali l’eccesso di burocrazia e le ridotte dimensioni aziendali si prevede un rafforzamento di fatturato redditività. Gli investimenti si concentrano principalmente nella riqualificazione delle camere, con una crescente attenzione verso il wellness e marketing, soprattutto tra le strutture più grandi. Circa il 90% delle imprese turistiche intervistate percepisce il canale Internet come un’opportunità. Determinante anche il tema della formazione: il 70% delle imprese dichiara di volere investire in formazione del personale, anche per fare fronte al passaggio generazionale che nei prossimi cinque anni interesserà quattro realtà su 10.