Airbnb, il portale leader nel settore dell’ospitalità ha presentato oggi a Roma un rapporto che quantifica il valore generato dalla propria piattaforma per l’economia italiana. Lo studio, intitolato "Fattore Sharing: l’impatto economico di Airbnb in Italia", calcola come la community di Airbnb abbia contribuito nel 2015 a un beneficio economico complessivo di 3,4 miliardi euro (0,22% del PIL1), supportando l’equivalente di 98.400 posti di lavoro.
Per gli host che hanno deciso di condividere la propria casa con chi viaggia, il ricavo medio annuale è stato di 2.300 euro. Si tratta del primo studio focalizzato sull’impatto della community di Airbnb in Italia, dopo che analisi simili erano già state realizzate per altre località come la Francia, New York, Londra, Giappone e Madrid. È stato effettuato in collaborazione con Sociometrica tenendo in considerazione tutti i viaggi effettuati in Italia lo scorso anno.
Dalla ricerca emerge la natura prevalentemente non professionale degli host Airbnb, persone comuni che condividono la prima o la seconda casa (l’87% ha 1 o al massimo 2 annunci) e che utilizzano il ricavato per far quadrare il bilancio familiare. Ma vi è anche un beneficio per il sistema turistico: l’esperienza autentica presso gli host italiani, che l’anno scorso hanno aperto le porte delle proprie case, ha attirato nuovi visitatori, che si sono fermati più a lungo (3,6 notti di media), hanno speso di più, sono più propensi a tornare (76%) e hanno contribuito a generare un indotto presso comunità e attività locali al di fuori dei circuiti turistici tradizionali (38% del budget del viaggio) e che tendenzialmente ne restavano ai margini.