Cresce del 25% nel 2015 il mercato Cloud in Italia e si stima che sia destinato a raggiungere un valore pari a 1,51 miliardi di euro. Contribuiscono a questa stima soprattutto gli investimenti dedicati alla Cloud Enabling Infrastructure, ovvero quelli impiegati per aggiornare il patrimonio infrastrutturale e applicativo già esistente in azienda, che valgono in Italia 1,05 miliardi di euro e crescono del 21%, e quelli dedicati al Public Cloud, stimabili in 460 milioni di euro, in crescita del 35% anno su anno. È quanto emerge dalla fotografia scattata dall'Osservatorio Cloud & Ict as a Service, giunto alla quinta edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. L'edizione 2015 dello studio è stata realizzata con il supporto di Alcatel-Lucent Enterprise, AlmavivA, Aruba Cloud, Cisco, CloudItalia, Dimension Data, HP, IBM, NetApp, Openwork, Passepartout, Retelit, Telecom Italia, VMware, Vodafone Italia; Fastweb, Netalia; Telecom Italia Digital Solutions. "A distanza di un anno, sembra davvero che le ombre che rendevano il cloud un fenomeno talvolta incompreso e incapace di incidere realmente sulle scelte delle imprese siano finalmente svanite" afferma Alessandro Piva, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano. "È stato compreso -spiega- che esistono due strade e approcci differenti: da una parte il public cloud dall’altra parte, l’approccio interno, la Cloud Enabling Infrastructure".
Due strade, osserva Piva, "molto diverse: la prima disruptive e veloce, la seconda più complessa, una via questa che richiede investimenti, scelte e percorsi abilitanti l’evoluzione e l’aggiornamento del patrimonio infrastrutturale e applicativo esistente, che favorisce e promuove l’utilizzo dei servizi Public Cloud e prevede un percorso meno estemporaneo, ma maggiormente connesso con le strategie di evoluzione del Sistema Informativo Aziendale". La ricerca, presentata a Milano presso il Campus Bovisa in occasione del Convegno 'Cloud davvero, semplice ma non banale' ha analizzato dettagliatamente l’evoluzione dell’offerta e i modelli di adozione di tale modello nelle aziende di grandi, medie e piccole dimensioni coinvolgendo 600 Cio e responsabili It di imprese italiane. Riguardo la diffusione del Cloud nelle Pmi, nell’ultimo anno, evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service del Politecnico di Milano, la spesa in public cloud delle piccole e medie imprese, è cresciuta ad un ritmo superiore rispetto al mercato nel suo complesso, pari a un incremento del 70%, aumentandone l’incidenza relativa che oggi è pari al 10%. Il mercato, tuttavia, è ancora limitato e vale circa 46 milioni di euro.
Tra i servizi maggiormente adottati vi sono le soluzioni di Office Automation e Posta Elettronica (13%), i sistemi Erp e Crm (11%), le soluzioni di amministrazione finanza e controllo o per la gestione HR (8%), Enterprise Social Collaboration & Intranet (7%) e Business Intelligence (5%). tra gli ambiti infrastrutturali, l’8% utilizza macchine virtuali e storage e il 5% servizi di Business Continuity e Disaster Recovery. E anche le startup hanno un ruolo nel mercarto Cloud italiano. Sono ben 677 infatti le startup che offrono servizi Cloud finanziate da investitori istituzionali a partire dall’inizio del 2012 per un totale di circa 15 miliardi di dollari. Il 10% di queste startup, rileva la ricerca, sviluppa soluzioni orientate alle Cloud Enabling Technology, mentre il 90% offre servizi di Public Cloud, con prevalenza di soluzioni SaaS (71%), sopratutto nel settori del Customer Lifecycle (37%), Business Intelligence & Analytics (22%) e Unified Communication & Collaboration (14%). In Italia sono 27 le startup operanti in ambito Cloud & Ict as a Service che hanno ottenuto finanziamenti da parte di Business Angel, Venture Capitalist e società di investimento negli ultimi 3 anni. La maggior parte delle imprese ha sede nel Nord Italia (41%) seguono il Sud e le Isole (32%) e il Centro (27%).