L'azienda ha abbandonato l'opzione di Chrome per disabilitare il tracciamento dei cookie di terze parti, una mossa già implementata da Safari di Apple e Firefox
Google ha deciso di abbandonare un cambiamento che avrebbe reso più difficile tracciare gli utenti su diversi siti web per fornire annunci mirati. Dopo anni di test, pianificazioni e ritardi, l'azienda ha abbandonato l'opzione di Chrome per disabilitare il tracciamento dei cookie di terze parti, una mossa già implementata da Safari di Apple e Firefox. Il cambiamento era previsto per gli utenti del browser a breve. Ora, Chrome chiederà agli utenti di “fare una scelta informata che si applica alla loro navigazione web”, anziché eliminare del tutto i cookie di terze parti, come scritto da Anthony Chavez, vicepresidente di Google Privacy Sandbox, in un comunicato. In altre parole, quando navigheremo sul web appariranno dei pop-up su ogni nuovo sito per permetterci di bloccare o meno i cookie.
Google è attualmente sotto processo negli Stati Uniti, con l'accusa da parte del governo e di otto stati per le sue pratiche pubblicitarie online. Lunedì, il team di Google Ads ha pubblicato un documento informativo che mostra i risultati dei primi test con la tecnologia Privacy Sandbox, proposta come alternativa al tracciamento tramite cookie. I risultati indicano un recupero del 97% del ritorno sull'investimento con Google Display Ads, ma con un importante calo di follow-up, mostrando solo un recupero del 55% delle spese per il re-marketing. Le critiche al piano di Google di bloccare i cookie di terze parti e di introdurre altre tecnologie di targeting pubblicitario nel Privacy Sandbox, come FLoC o l'API Topics, hanno sottolineato la possibilità di nuovi rischi per la privacy o il potenziale danno alla concorrenza, favorendo ingiustamente il business pubblicitario del colosso della ricerca.
Il gruppo industriale Movement for an Open Web, che ha presentato la denuncia alla CMA per bloccare il rollout della tecnologia Privacy Sandbox, ha dichiarato per voce del Co-fondatore James Rosewell: “Abbiamo a lungo chiesto che il Privacy Sandbox fosse sottoposto a un esame sul mercato. Se gli inserzionisti preferiscono il suo approccio e i consumatori apprezzano i presunti benefici per la privacy, allora sarà adottato universalmente. Quello che non era accettabile era che una soluzione come questa fosse imposta sul mercato eliminando qualsiasi scelta alternativa”. Google ha dichiarato che continuerà a rendere disponibili le API del Privacy Sandbox e aggiungerà una protezione anti-tracking IP per le persone che utilizzano la modalità Incognito, per offrire un ulteriore livello di privacy.