
Tutta l’informazione giornalistica che gli italiani leggono in digitale dal primo giugno sarà consegnata ogni giorno ai server americani di Facebook. Pagine viste, tempo speso, utenti unici attivi, stream views: tutto sarà riversato e schedato negli archivi del colosso guidato da Mark Zuckerberg e milioni di italiani saranno profilati. Lo apprende l’AdnKronos consultando i documenti che sono alla base del nuovo sistema 'Audiweb 2.0' per rilevare l'audience su Internet.
AUDIWEB - Da parte sua, Audiweb precisa e sottolinea che, "esattamente come già illustrato fin dalla prima comunicazione sulla nuova ricerca e nelle successive, incluse quelle all'Agcom, e alla stessa AdnKronos lo scorso 14 aprile, nessuna informazione sensibile sarà inviata ai server di Facebook".
L'ACCORDO - Nel dettaglio sarà Nielsen, che ha siglato un accordo operativo con il consorzio Audiweb, a girare a Facebook i dati raccolti e questi li integrerà con informazioni relative a età e genere degli utenti, restituendoli ad Audiweb che, rendendoli pubblici, consentirà alle centrali media di pianificare gli investimentii pubblicitari.
AUTHORITY - Un metodo che apparirebbe in contrasto con quanto emerso dall'indagine dell'Authority per le comunicazioni che ritiene necessario ''intensificare l'attività di vigilanza sui servizi di rilevazione dei contatti online'' e '' l’avvio di un percorso condiviso fra i diversi attori del mercato che porti le varie componenti del sistema multimediale a definire metodologie, tecnologie e metriche in grado di fornire informazioni circa il coinvolgimento del consumatore rispetto ai contenuti e alla pubblicità diffusa sulle diverse piattaforme di comunicazione, in un ambiente di rilevazione integrato''.
EDITORI - E sono 85 gli editori soci del Consorzio Audiweb che sono rimasti invischiati in questa procedura, girando loro stessi i dati di chi accede alle loro pagine. Una situazione dunque che vedrà Facebook (che insieme a Google raccoglie il 71% della pubblicità on line totale del mercato italiano e oltre l’80% di quella pianificata su device mobili) fornire al mercato i dati su cosa fanno gli italiani sul web. E quindi chi ha più audience. Sarà Facebook in sostanza a certificare dove devono andare gli investimenti pubblicitari di quel che resta del mercato: il 20-30%.
AUDIENCE - Facebook però, a differenza degli altri editori operanti sul mercato digitale italiano, si rifiuta di farsi misurare da Audiweb e non consente di tracciare la propria audience. Una situazione surreale secondo gli addetti ai lavori: a fronte del tracciamento e profilazione di milioni di persone regalati a Zuckerberg, gli editori italiani si devono fidare a scatola chiusa dei dati forniti dal principale player del mercato di cui, come afferma l’Authority stessa "non si conoscono sufficienti dettagli circa le metodologie di rilevazione e i processi di elaborazione''. Ne potrebbero derivare per la stessa Agcom "possibili distorsioni delle dinamiche dei mercati a valle di Internet e nel correlato mercato della pubblicità online".
LA REPLICA - "Nessuna informazione sensibile sarà inviata ai server di Facebook": è quanto precisa Audiweb, sottolineando che, "esattamente come già illustrato fin dalla prima comunicazione sulla nuova ricerca e nelle successive, incluse quelle all'Agcom, e alla stessa AdnKronos lo scorso 14 aprile, nessuna informazione sensibile sarà inviata ai server di Facebook".
CODICI CRIPTATI - Dal consorzio si spiega che "Nielsen, fornitore di Audiweb, invierà a Facebook esclusivamente codici criptati che corrispondono semplicemente a dei contenuti e, quindi, non rappresentano dati sensibili relativi agli editori né, tanto meno, di utenti che in alcun modo saranno profilati su Facebook attraverso la nuova ricerca".
ETA' E GENERE - Da Audiweb si sottolinea che "il passaggio del dato criptato, che rappresenta un contenuto, a Facebook avviene con l'unico scopo di attribuire ad esso un'audience di pubblico in termini di solo 'age and gender", ossia età e genere. "Proprio perché la nuova indagine nasce con l'unico obiettivo di restituire fedelmente agli editori la loro audience complessiva, a prescindere dalle modalità attraverso cui i contenuti vengono fruiti dai lettori, è totalmente infondata anche l'affermazione che '85 editori soci del Consorzio Audiweb sono rimasti invischiati in questa procedura', poiché il processo che ha condotto alla definizione della nuova ricerca è stato condiviso e approvato dai soci".