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Brasile, il narcotraffico colpisce anche gli squali: trovati pesci positivi alla cocaina

I risultati choc di uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment

Uno squalo - Fotogramma
Uno squalo - Fotogramma
26 luglio 2024 | 07.01
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Tracce di cocaina negli squali selvatici al largo delle coste del Brasile, la scoperta choc fatta dagli scienziati evidenzia i rischi per la vita marina derivanti dal traffico illegale di cocaina. Squali dal naso affilato brasiliani (Rhizoprionodon Terraenovae) sono stati catturati da flotte di pescherecci al largo della costa dello stato di Rio de Janeiro, nel sudest del Brasile, tra settembre 2021 e agosto 2023. I 13 squali, tre maschi e 10 femmine, sono tutti risultati positivi alla cocaina, scrivono i ricercatori in uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment.

La droga, insieme alla benzoilecgonina, il principale metabolita della cocaina, è stata trovata nel tessuto muscolare e nel fegato dei pesci. I ricercatori non sanno esattamente come gli squali siano entrati in contatto con la droga, ma sospettano che tracce di cocaina siano state probabilmente scaricate nella regione costiera attraverso le acque reflue nei fiumi e nei canali urbani. Un’altra potenziale fonte di esposizione, secondo gli scienziati, sono le confezioni di cocaina alla deriva nell’acqua e non scoperte dai trafficanti di droga o dalle autorità, che rappresentano un rischio, se gli squali le mordono.

E' quello che è successo ad un altro grande predatore, Cocaine Bear, un orso nero di 500 libbre in Georgia, negli Usa, che ha avuto un’overdose di cocaina, che si ritiene sia stata gettata dall’aereo di un trafficante di droga. I resti scheletrici dell'orso furono scoperti nel 1985 dagli investigatori della Narcotici. La storia è stata vagamente tradotta in un film horror del 2023, in cui l'orso impazziva. In realtà, le autorità ritengono che probabilmente l’orso sia andato in overdose e sia morto rapidamente.

I ricercatori affermano che questa è la prima volta che la cocaina viene rilevata negli squali selvatici in tutto il mondo e che i risultati “indicano i potenziali impatti della presenza di droghe illecite nell'ambiente”. I ricercatori temono anche che la cocaina possa rientrare nella catena alimentare; gli squali vengono pescati per la loro carne. Precedenti studi hanno scoperto che droghe illegali e farmaci legali si stanno accumulando nelle acque di tutto il mondo, incluso lo stato di San Paolo, dove gli scienziati affermano che la contaminazione da cocaina rappresenta una minaccia ecologica per la vita marina, comprese cozze e ostriche.

I ricercatori avevano precedentemente scoperto che il livello di cocaina nelle acque intorno a San Paolo, la città più popolosa del Brasile, era simile alla quantità di caffeina contenuta nel caffè e nel tè, una concentrazione “enorme", che è stata rilevata anche nell’acqua potabile dello Stato. Nel 2019, ricercatori britannici hanno scoperto che i gamberetti d’acqua dolce erano esposti alla cocaina e ad altri prodotti farmaceutici nei fiumi del paese. Secondo le Nazioni Unite, il consumo globale di cocaina è aumentato vertiginosamente negli ultimi decenni. Secondo gli autori dello studio, i brasiliani sono tra i maggiori consumatori di droga in Sudamerica.

I ricercatori brasiliani hanno scelto di studiare lo squalo dal naso affilato per le sue piccole dimensioni e per il fatto che abita in un’area soggetta a una significativa contaminazione da parte delle acque reflue, caratteristiche che lo rendono una “sentinella ambientale”. Hanno scoperto che i livelli di cocaina erano tre volte più alti nei muscoli che nel fegato e che le femmine di squalo avevano concentrazioni di cocaina più elevate nel tessuto muscolare rispetto ai maschi. La quantità di cocaina e benzoilecgonina trovata negli squali “ha superato i livelli riportati in letteratura per i pesci e altri organismi acquatici fino a due ordini di grandezza”.

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