Riflettori sulla posizione dell'allenatore, blindato da un ricchissimo contratto
E adesso, cosa succede a Massimiliano Allegri? La Juventus vive un terremoto societario con le dimissioni di tutto il Consiglio d'amministrazione, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli che lascia il vertice del club. In una fase a dir poco convulsa, è inevitabile porsi domande sulla posizione dell'allenatore bianconero.
Allegri, legato alla Juve da un contratto valido fino al 2025, è uno dei pochi punti di riferimento in questo particolare momento del club torinese. Fino a poco più di un mese fa, il tecnico livornese era ampiamente in discussione complici il disastroso avvio di campionato e la fallimentare avventura in Champions League. La Juve è uscita malamente di scena dalla principale competizione europea per club ma in campionato è riuscita a raddrizzare la rotta e a inserirsi nel plotoncino delle squadre che, a debita distanza, inseguono il Napoli.
Ora, a Mondiali in corso e a campionato fermo, arriva il terremoto societario. Allegri si ritrova in un club decapitato, in attesa del nuovo Cda che prenderà forma solo a fine gennaio. L'allenatore ha come interlocutore il nuovo direttore generale Maurizio Scanavino in una società che deve ridisegnarsi totalmente.
Il mercato invernale è alle porte ma, nel quadro attuale, appare un dettaglio trascurabile. L'universo Juve è in discussione dalle fondamenta e i movimenti coinvolgono indirettamente anche Allegri, che perde i suoi referenti alla Continassa. Non c'è più l'amico Andrea Agnelli, che lo ha rivoluto a Torino nel 2021 con un ricco contratto pluriennale. Inevitabilmente, il nuovo corso della Vecchia Signora partirà anche dalla valutazione della panchina. E, magari, anche con le valutazioni dell'allenatore arrivato quasi a metà del contratto.