Al via la maratona rock, completamente sold out al Meazza. Uno show 'duro e puro' con le intramontabili ‘Sally’ e ‘Albachiara' e brani di critica sociale come 'Asilo Republic'
Eccolo di nuovo qui. Il leggendario Komandante, Il Blasco, il Kom, il rocker di Zocca, lui, l’inimitabile e inossidabile Vasco Rossi. Le sue legioni si mobilitano senza se e senza ma per creare la cornice che da decenni (almeno quattro) accompagna le esibizioni dal vivo di colui che ha riscritto tutte le possibili statistiche e previsioni. Stasera sono tutti qui per lui a inaugurare il primo di una serie di sette consecutivi sold out allo Stadio San Siro di Milano. Sette giorni, praticamente una settimana. Quattrocentomila spettatori (60mila a serata) ma forse di più, per sette concerti. E per quello che ne sappiamo, avrebbero potuto tranquillamente essere il doppio e l’esito non sarebbe cambiato di una virgola. Poi si sposterà a Bari per altre quattro date (che lo scriviamo a fare, ovviamente sold out) ma è a Milano che Vasco batte sé stesso.
Con i sette show saranno trentasei le volte che avrà suonato qui davanti a un totale di oltre due milioni e mezzo di spettatori. Come lui nessuno mai. Un Meazza tutto esaurito è un’impresa da far tremare i polsi anche alla più consumata rock star, da appuntarsi al petto come una medaglia, ma per Vasco è normale amministrazione. Eccolo quindi regalare una performance indimenticabile alla sua ‘combriccola’.
Una fandom transgenerazionale e oltranzista: per molti Vasco è il rock e non si accettano paragoni o interferenze. Chi ha potuto dei presenti era già alla ‘data zero’ di Bibione, organizzata solo per il fan club con 30mila spettatori. Un pubblico abituato a collezionare tour più che singoli concerti. A Milano c’è chi ha trascorso la notte davanti ai cancelli d’ingresso, chi ha attraversato il Paese con ogni mezzo pur di essere presente. E chi ha comprato i biglietti per tutte e sette le date.
La serata comincia in perfetto orario, alle 20.45 in punto, con un'entrata mozzafiato su un palco monstre largo 87 metri, profondo 25 e alto 28 e caratterizzato da due enormi ‘V’ e giganteschi video wall. Con il primo accordo di chitarra la folla esplode in un boato di applausi e urla, anticipando una notte di pura magia rock. La scaletta è un viaggio attraverso i decenni della carriera di Vasco, mescola classici intramontabili con brani più recenti, e ha un filo conduttore più ‘duro e puro’, forse meno sentimentale rispetto ai tour passati. Dopo l’attacco con ‘Blasco Rossi’, parte ‘Asilo Republic’ con una ‘dedica’ alla premier Meloni, e il nome ‘Giorgia’ pronunciato a più riprese nella canzone. E non risparmia frecciatine al suo vice, Matteo Salvini, durante ‘Basta poco’.
Esordisce dal vivo ‘Gli sbagli che fai’, fresca di pubblicazione dalla colonna sonora della serie ‘Il Supervissuto’. Vasco urla, apre le braccia, si aggrappa all'asta del microfono, incita la folla e si emoziona. “Siamo sempre qui, lucidi e vivi, finalmente a Milano - dice -. Noi siamo qui per fare rock, è lo spettacolo più potente dell’universo, il primo dei magnifici sette: sette volte San Siro”.
Dalla cavalcata adrenalinica di ‘Gli Spari Sopra’, all’anthem ‘C’è chi dice no’, i pezzi più duri sono sempre alternati alle ballad che lo hanno reso famoso. ‘Sally’, ‘Canzone per te’, la struggente ‘Gli Angeli’ e, senza tralasciare gli inni generazionali ‘Siamo Solo Noi’, ‘Bollicine’, ‘Vita Spericolata’. E poi il medley di venti minuti, tutto declinato al femminile. Ci sono momenti più goliardici con ‘Rewind’, con parecchi reggiseni improvvisamente divenuti insopportabili da vestire. E l’immancabile epica chiusura con ‘Albachiara’ che il Blasco non deve neanche intonare, perché ci pensano i fan.
Vasco è Vasco. Irraggiungibile. L’uomo dei record e una leggenda vivente della musica italiana. Negli anni ha creato un legame emotivo unico con il suo pubblico, con cui dialoga e a volte discute animatamente anche a mezzo social, su cui è attivissimo, condividendo momenti di riflessione a volte di divertimento. Questo live parla di lui, della sua lunga carriera, delle sfide affrontate e dell'amore incondizionato dei fan che lo hanno sempre sostenuto. Ma parla anche di tutti noi, ogni canzone è un fotogramma della nostra vita. La prima delle sette serate di questo incredibile 72enne a San Siro è un trionfo di musica, emozioni ed energia con la promessa di altre sei serate altrettanto spettacolari. (di Federica Mochi)