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Santi Francesi: "Il nuovo disco senza costruzioni, paura? Aiuta a non restare fermi"

Il duo si racconta in vista del nuovo Ep 'Potrebbe Non Avere Peso': "Sanremo bis? Non ce lo vietiamo ma non è obiettivo"

(foto Simone Biavati)
(foto Simone Biavati)
06 novembre 2024 | 08.14
LETTURA: 4 minuti

E' un disco "senza costruzioni" quello dei Santi Francesi, il duo hard-pop costituito da Alessandro De Santis e Mario Francese che hanno fatto di gentilezza e autenticità i loro tratti distintivi. E ora tornano in pista con ‘Potrebbe Non Avere Peso’, il nuovo Ep che verrà pubblicato venerdì 8 novembre, una fotografia autentica e senza ritocchi, dei Santi Francesi, oggi. Dal trionfo a X-Factor nel 2022 ai riflettori di Sanremo nel 2024. Nel mezzo, un album totalmente autoprodotto che ha superato i 2,5 milioni di stream su Spotify, la partecipazione a Sanremo Giovani nel 2023, tour di successo e quattro concerti sold out in due chiese sconsacrate di Milano e Roma, arrivati nel marzo scorso.

Tanta strada hanno macinato i due ragazzi di Ivrea e questo è chiaramente percepibile nel nuovo progetto discografico. “Col passare degli anni stiamo imparando ad ascoltarci e a fare quello che ci passa per la testa, quello che abbiamo voglia di fare in quel momento esatto - dicono Alessandro e Mario all’AdnKronos -. Volevamo fare un disco un po’ anni 2000, un po’ rock, lo abbiamo registrato in casa da soli, senza l’aiuto di nessuno”. E così è nato ‘Potrebbe non avere peso’, sei canzoni che tengono conto solo di una loro urgenza espressiva.

Le treccine urban di Alessandro che campeggiano sulla cover in bianco e nero del disco, giura il diretto interessato, non riflettono in qualche modo i contenuti: “Le ho fatte in spiaggia in Puglia questa estate – dice - ma le ho tolte subito perché erano troppo scomode”. Il nuovo lavoro è stato anticipato il 18 ottobre scorso dal singolo ‘Ho paura di tutto’, suonato a sorpresa e in anteprima, nella stazione della metropolitana San Babila di Milano in occasione della ‘Festa M4’ per l’inaugurazione della linea. Nel brano vengono elencate una serie di paure, 25 per la precisione, da quella di ‘certe riviste’ a quella di ‘restare triste’.

La canzone è un inno all’accettazione della paura - evidenziano -. Nel brano è descritta come una sorta di mantello costante. 'Ho paura di tutto' vuol quell’ansia che prova qualsiasi ragazzo di 20 anni in questo periodo storico. Poi c’è la frase ‘e meno male che ho paura’, significa che se abbiamo paura siamo ancora svegli e quindi ben venga affrontarla e non rimanere immobili”. Nell’album brani intimi e ballate lasciano spazio a pezzi che suonano forte e sembrano tagliati su misura per la dimensione del live. Non a caso i Santi Francesi nei mesi di novembre e dicembre calcheranno i palchi dei club più importanti d’Italia con il loro ‘Club Tour 2024’. “L’idea di pubblicare l’album era questa: volevamo suonare pezzi nuovi al live”. Il tour sarà molto diverso, assicurano: “Ci sarà una persona in più sul palco, un chitarrista, suoneremo anche pezzi vecchi ma sarà molto diverso rispetto all’ultima tournée”.

Per il nuovo disco "siamo anche tornati a 6 anni fa. Il nostro primo album era stato fatto con le stesse modalità - spiegano -. Anche allora ci eravamo rinchiusi in un garage e avevamo buttato giù le nostre idee senza costruzioni e ansie, facendo quello che ci piaceva. Negli anni si migliora, si capiscono cose in più, però di base siamo più confortevoli e cerchiamo di fare la cosa più difficile: essere sinceri e autentici". Un fenomeno più unico che raro nella scena musicale italiana. "Ci sono tantissimi artisti e negli ultimi anni ci stiamo somigliando tutti - osservano Alessandro e Mario -. E' una questione culturale probabilmente, però abbiamo la sensazione che siamo a un punto di rottura, in un momento in cui la struttura deve crollare e noi ce lo auguriamo. Anche le modalità in cui vengono pubblicate le cose e come il mercato richiede che vengano fatte...siamo bombardati da singoli senza avere neanche il modo di capire cosa stiamo ascoltando".

La loro esperienza a Sanremo ha fatto centro nel cuore degli italiani, regalando tante emozioni, come nel duetto nella serata delle cover con Skin, sulle note di 'Hallelujah'. Altre collaborazioni non sono la priorità al momento, "i feat non sono mai stati nella nostra top 5 delle cose da fare" ammettono, ma "Elisa è una delle di quelle menzioniamo sempre, e il perché è palese agli occhi e alle orecchie di tutti". Guardando all'estero, "in futuro vorremmo provare a collaborare con qualche artista come è stato con Skin, per un progetto discografico". E un bis sul palco dell'Ariston? "Ci abbiamo forzatamente pensato - confessano - perché in Italia ci devi pensare ogni anno. Non ce lo siamo mai vietato per il passato e non lo vietiamo per il futuro ma non è un obiettivo".

(di Federica Mochi)

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