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Rocco Siffredi: "Sono un depresso, il porno è stato la mia salvezza e non la mia dannazione"

''Se con i mie incubi facessi dei film diventerei il regista horror più famoso al mondo''

Rocco Siffredi
Rocco Siffredi
18 marzo 2024 | 14.04
LETTURA: 5 minuti

"I l porno è stata la mia salvezza, non la mia dannazione, perché mi ha aiutato ad uscire dalla depressione''. Così Rocco Antonio Tano, in arte Rocco Siffredi, in una intervista in esclusiva all’Adnkronos, reduce dal successo di 'Supersex', la serie Netflix ispirata alla sua storia di re del porno, che sta riscuotendo enorme successo, fissa nella top ten delle serie più viste non solo in Italia ma anche in 62 paesi nel mondo, parla della sua vita svelando i suoi lati più intimi e personali.

"I o sono sempre depresso - svela il pornodivo - basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione ma non ho mai usato farmaci perché mi sono sempre detto che dovevo imparare a superare qualsiasi ostacolo da solo attraverso le mie forze. Ricordo che da giovane mi allenavo tantissimo in palestra, facevo sforzi fisici enormi al di sopra delle mie possibilità ed era per questo che sul set le mie scene duravano così a lungo. Sono anni che non faccio sogni belli. Se dovessi scrivere gli incubi che faccio diventerei il regista horror più famoso al mondo", scandisce con un sorriso amaro.

Che rapporto ha oggi con la tua famiglia? "Con la mia famiglia ho un rapporto molto particolare... mamma e papà sono morti e con Tommaso (il fratello maggiore, ndr) ormai non ci parliamo più da dieci anni. Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo - racconta ancora l’attore - il mio unico sogno era quello di aiutarla ad uscire dalla miseria. Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo".

Alla domanda su quale sia stato il momento più doloroso della sua vita Rocco risponde: "V edere mia madre morire - ricorda commosso - sono stato gli ultimi due mesi al suo fianco. La settimana prima che morisse purtroppo è entrata in coma epatico per cui non riconosceva le persone. C’ero solo io accanto a lei, mi sedevo sul letto e lei mi mordeva e mi graffiava perché non mi riconosceva e io piangevo e le dicevo: 'mamma sono Rocco', ho sofferto davvero moltissimo".

Tornando alla sua esperienza sul set, Rocco ricorda con affetto Moana Pozzi: "Era una donna fortissima e di gran classe, ma non l'ho mai vista come una pornostar. Aveva la melanconia di una ragazza triste dentro, io ero infelice per la perdita di mia madre mentre lei nascondeva un altro segreto''. C’è mai stato sesso tra di voi fuori dal set? ''No mai - dice - non ci siamo mai presi sessualmente. So che sembrerà strano ma la vedevo come una sorella, passavamo molto tempo a parlare e a confidarci".

Siffredi racconta di non essere più intenzionato a tornare sul set: ''Non ho più il physique du role, mi vedo vecchio. A 55 anni ho deciso di smettere di recitare perché è iniziata una crisi mia, vedevo queste ragazzine di 18- 20 anni che volevano lavorare con me ma mi sono sentito inadeguato". Ha superato la dipendenza dal sesso? ''Più che altro ho imparato a controllarmi - continua - non sono mai andato da uno psicologo, ne sono uscito grazie a mia moglie (Rózsa Tassic, ndr) che è stata una talmente intelligente da non farsi prendere dall'emozione e che un giorno mi ha detto semplicemente: 'Rocco tu hai bisogno di aiuto'. Q uesta dipendenza è durata ben 15 anni - ricorda Siffredi - appena vedevo una donna, ma anche un uomo o un transessuale non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male. Penso sempre che qualcuno mi ha protetto da lassù, sarei potuto morire di hiv ma quando soffri di dipendenza non c'è malattia che tenga".

Del suo rapporto con la moglie Rocco dice: "Siamo molto uniti, non siamo famiglia fake ma una famiglia vera (Siffredi ha due figli: Lorenzo e Leonardo, ndr). Se mia moglie dovesse improvvisamente guardarmi con occhi diversi e decidere di non amarmi più per un altro uomo penso che morirei, sono 30 anni che stiamo insieme".

"Da quando ho abbandonato il set il sesso tra di noi è molto più bello - ammette - Rozsa mi dice sempre: 'Rocco come sei diverso da quando hai smesso di recitare'. Stare tutto il giorno su un set di un film porno, tornare a casa e fare il marito era mentalmente molto difficile. Non è facile per una donna aspettare a casa un marito che fa il pornoattore, mia moglie è stata davvero unica".

Progetti per il futuro? ''Mi hanno proposto di recitare come protagonista in un film drammatico che si ispira alla vita di Davide Cincis. L'ho incontrato sul set del film di Massimo Boldi 'Matrimonio a Parigi' dove era assistente alla regia. Dopo aver visto la mia intervista alla trasmissione 'Belve' mi ha telefonato e mi ha detto: 'Dentro di te hai un dolore talmente forte che sei l’unico attore che mi viene in mente che possa interpretare quello che ho in mente'. Inizieremo a girare il film in autunno tra l'Abruzzo e Budapest. Credo che la drammaticità sia una cosa che fa parte della mia vita, non mi vedo nella veste di attore comico, io al massimo sono ironico ma mai comico'', conclude Siffredi.

(di Alisa Toaff)

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