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Katia Ricciarelli: ''I miei 75 anni senza rimpianti festeggiando 50 anni di carriera''

''Con Pippo Baudo è stata una favola bellissima, ai miei concerti amava tirare il sipario''

Katia Ricciarelli: ''I miei 75 anni senza rimpianti festeggiando 50 anni di carriera''
12 gennaio 2021 | 18.01
LETTURA: 5 minuti

(di Alisa Toaff)

''Non ho nessun rimpianto. Non posso lamentarmi di nulla. La mia carriera è stata più che positiva. Ho avuto un dono, me lo sono coltivato e ho avuto talmente tanto dalla vita che non posso chiedere nulla di più. Ho fatto di tutto, anche cinema e televisione ma il mio grande amore è sempre stato il canto''. Così Katia Ricciarelli all'Adnkronos alla vigilia dei suoi 75 anni che festeggerà il 18 gennaio in solitudine, nella sua abitazione sul lago di Como, guardando ''i tramonti, il verde, le montagne'' e con la sola compagnia del suo cagnolino, come spiega lei stessa, nello stesso modo in cui ha trascorso questi lunghi mesi di pandemia. ''Non farò niente come non ho fatto niente a Natale -racconta il soprano- non c’ho voglia anche se -confessa con rammarico- questo compleanno lo avrei festeggiato perché quest'anno ricorrono anche i miei 50 anni di carriera quindi avrei fatto una festa. Magari la farò a 80 anni'', scherza. Nata a Rovigo la Ricciarelli fin da bambina ha dimostrato una grande passione per il canto. Dopo aver studiato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia dove ha l'opportunità di studiare con Iris Adami Corradetti, famoso soprano, esordisce nel 1969 ne 'La bohème' a Mantova e l'anno successivo appare al Regio di Parma ne 'Il trovatore'.

Ma la cantante sale alla ribalta nel 1971 dopo aver vinto il Concorso Internazionale Voci Verdiane della Rai eseguendo un'aria da 'Il corsaro'. La Ricciarelli si è esibita nei più grandi teatri del mondo: Lyric Opera di Chicago (1972), Teatro alla Scala (1973), Royal Opera House di Londra (1974), Metropolitan Opera (1975), spaziando tra le opere di Puccini, Verdi, Rossini, Donizetti e altri, e raggiungendo il suo apice nella seconda metà degli anni '70 con 'Anna Bolena' a Parma nel 1977 e 'Tancredi' a New York nel 1978. "Mi manca il contatto con il pubblico sia a livello fisico che psichico -sottolinea la Ricciarelli- senza pubblico mi viene un po’ di malinconia. In questo periodo tutti gli artisti sono un po' penalizzati ma sono ottimista e spero che, anche se lentamente, questa pandemia finisca presto. Sono una donna molto forte e sono fiduciosa -continua- la solitudine l’ho vissuta bene, leggo, metto a posto i miei dischi, insomma mi tengo occupata e non vedo l’ora di riprendere a lavorare''.

Sul lavoro la Ricciarelli racconta di amare solo la compagnia dei ''grandi cantanti'' come ''Placido Domingo, Pavarotti'', spiega, e tra i grandi 'maestri' ''indimenticabili'' che ha conosciuto durante la sua lunga carriera tiene a ricordare Franco Zeffirelli: ''Quando ho girato con lui 'Otello' con Placido Domingo abbiamo praticamente convissuto per 6 mesi. Era un uomo straordinario, un regista che aveva un suo stile che non ha mai tradito''. Ma oltre al lavoro la Ricciarelli ha avuto anche una intensa vita sentimentale: prima una lunga relazione col tenore Josè Carreras di 13 anni e poi il matrimonio con Pippo Baudo durato 18 anni: ''Con Pippo (Baudo, ndr) ci sentiamo spesso, ci facciamo gli auguri e sono contenta di avere questo bel rapporto con lui. E' stata comunque una bellissima favola, il matrimonio e tutto il resto. Amava il mio lavoro, la lirica, perciò si divertiva da morire a venirmi a sentire. Una volta in Russia, eravamo in viaggio di nozze -ricorda- ho fatto dei concerti e lui si divertiva a tirare il sipario e diceva: 'Dai vai fuori ancora, vai fuori ancora'", racconta scoppiando in una fragorosa risata'.

Sui suoi progetti futuri la Ricciarelli non si sbilancia: "Di progetti ne ho tantissimi, soprattutto quello di occuparmi dei giovani emergenti che vanno aiutati con grande coscienza e professionalità. Abbiamo poche giovani risorse perché non hanno la possibilità di esprimersi. A me il talento piace costruirlo, mi piace formare i giovani e dar loro la possibilità di esibirsi nel loro genere. Naturalmente devono prima studiare''. Il soprano soprattutto negli ultimi anni si è dedicata molto anche al cinema e alla televisione. Nel 2007 ha recitato nella fiction Mediaset 'Carabinieri 7' e nel film di Cristina Comencini 'Bianco e nero', pubblicando inoltre l'autobiografia 'Altro di me non saprei narrare', scritta con la collaborazione di Gioconda Marinelli ed edita da Aliberti. Nel 2009 mentre riceveva la cittadinanza onoraria dal Comune salernitano di Pellezzano ha partecipato con un cameo a 'Così fan tutte' e ha celebrato i quaranta anni di carriera esibendosi a Venezia, al Teatro La Fenice, duettando, tra l'altro, con Massimo Ranieri e Michael Bolton.

Sempre su Canale 5, nel 2010, ha partecipato come giudice al programma 'Io canto', condotto da Gerry Scotti, durante il quale ha duettato, tra l'altro, con il piccolo Michele Ferrauto in 'Nessun dorma' e nello stesso anno è apparsa nel documentario di Claudio Costa 'Pupi Avati, ieri oggi domani', dedicato al regista bolognese. Nonostante si consideri un'artista poliedrica la Ricciarelli dice di voler restare nel suo mondo ''ma non faccio progetti -prosegue- tutto quello che mi è arrivato non l’ho mai cercato e questo in fondo vuol dire che la professionalità vince sempre. Per ora preferisco vivere alla giornata''. Infine lancia un appello a favore del vaccino contro il Coronavirus: ''Dobbiamo farlo tutti -sottolinea- abbiamo l’obbligo di farlo sia per noi che per gli altri. Con che coscienza vai in mezzo alla gente sapendo di non essere vaccinata? Spero che diano un patentino a chi si vaccina! Trovo assurdo che ci siamo medici che non si vaccinano, non è ammissibile. Dobbiamo andare tutti e quando ci chiamano ringraziare il cielo di farlo'', conclude.

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