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Favino è Craxi, somiglianza-choc in 'Hammamet'

Pierfrancesco Favino nel ruolo di Craxi nel film 'Hammamet' di Gianni Amelio (Foto AdnKronos)
Pierfrancesco Favino nel ruolo di Craxi nel film 'Hammamet' di Gianni Amelio (Foto AdnKronos)
19 marzo 2019 | 12.13
LETTURA: 4 minuti

di Veronica Marino

Scioccante la somiglianza tra Pierfrancesco Favino e Bettino Craxi nel nuovo film di Gianni Amelio, 'Hammamet', prodotto da Pepito Produzioni con Rai Cinema, distribuito in Italia da 01 Distribution. Come testimonia la foto di scena che l'AdnKronos è in grado di mostrare in anteprima sul suo sito, l'attore che incarna l'ex presidente del consiglio e segretario del Partito Socialista italiano, è stato truccato in modo così stupefacente da sembrare davvero Craxi.

Ci sono voluti mesi e mesi di prove per arrivare a questo risultato basato su una tecnica messa a punto da truccatori italiani che hanno studiato in Inghilterra. Sin da settembre hanno dato il via allo studio dei calchi per poi arrivare alla incredibile somiglianza che le foto mostrano.

Due scatti in cui Pierfrancesco Favino interpreta un momento clou della vita di Craxi, l'attimo prima di salire sul palco per l'apertura del famoso Congresso del Psi, svoltosi a Milano negli ex locali dell'Ansaldo nel 1989.

Le riprese del film sono iniziate ieri, lunedì 18 marzo. La pellicola ricostruisce, con personaggi ispirati alla realtà e con personaggi di fantasia, la caduta di un uomo di Stato italiano (ispirato alla figura di Bettino Craxi). Un racconto più privato che pubblico, dove si scava nei sentimenti per illuminare i fatti. Nel cast, oltre a a Pierfrancesco Favino, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Livia Rossi, Luca Filippi.

"I trucchi fan miracoli, ma sarei più scioccato favorevolmente nel rivedere mio padre. Oggi è la festa del papà". Bobo Craxi commenta così all'Adnkronos la foto di Pierfrancesco Favino.

"I film - continua - non devono rendere giustizia, devono raccontare delle storie. In questo caso, quella di Gianni Amelio, sicuramente è una storia più fantastica che cronachistica per quel che ne so, ma va bene che si parli di una personalità come era quella di mio padre, certamente difficile da riprodurre al cinema, così come è difficile riprodurre al cinema in un'ora e mezzo una vicenda così complessa e violenta come quella che lo colpì".

"Per noi è stato un dramma personale molto grande - dice - e non ci si consola con un'oretta e mezzo di spettacolo. E il dramma è anche dell'Italia, un paese che da allora non si è più ripreso. Mio padre era un 'eurocritico' perché dopo Maastricht - spiega Bobo - prevalse una visione tecnica ed economia, ma non politica della Costituzione europea. Di qui il suo disamoramento e il suo ammonimento, ma non credo che il film di Amelio parli di questo. Il film sarà una bella storia di avventura umana e politica di un uomo la cui vita vale la pena di raccontare".

"Mio padre - osserva - non era un uomo di spettacolo. Questi di oggi, invece, sì, sono uomini di spettacolo. Ma devo dire che è uno spettacolo da ridere e di questo dobbiamo ringraziare. Giuseppe Conte mi ricorda molto Peter Sellers nei panni di Chance il giardiniere in 'Oltre il giardino. Mentre Matteo Salvini mi ricorda il 'Commendator Lambertoni' ne 'Il vedovo' di Dinoi Risi".

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