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Restrizioni alle emissioni dei mezzi pesanti, ok di Consiglio e Parlamento Ue

Pronto il piano: gli hdv dovranno ridurre le emissioni di Co2 del 90% entro il 2040

Tir su strada - Canva
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05 marzo 2024 | 18.05
LETTURA: 5 minuti

Dopo la proposta della Commissione, Consiglio Ue e Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio per limitare le emissioni inquinanti dei mezzi pesanti.

L’obiettivo è ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti su strada e introdurre nuovi obiettivi per il 2030, il 2035 e il 2040 in linea con l’obiettivo comunitario di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Parallelamente, la proposta mira ad aumentare il numero di veicoli a emissioni zero (Zev) nella flotta di veicoli pesanti presenti in Ue, cercando di conciliare gli aspetti economici con quelli ambientali. Il provvedimento va nella direzione giusta secondo l’organizzazione ambientalista Transport and Environment, secondo cui, entro il 2030 il 30% dei camion venduti saranno a emissioni zero, e questa percentuale salirà al 75% entro il 2040. Risultati che, spiega l’organizzazione, saranno raggiunti proprio grazie a questo regolamento che “dà ai produttori europei di camion la sicurezza di pianificare le emissioni zero e di competere con i produttori stranieri di camion elettrici”.

“I produttori europei hanno ora un percorso chiaro per aumentare la produzione di mezzi elettrici e a idrogeno ed essere pronti a sfidare Tesla e i suoi rivali cinesi”, ha dichiarato il direttore della piattaforma Fedor Unterlohner in un comunicato. Una conciliazione fondamentale in un contesto geopolitico quanto mai incerto e dopo il crollo della vendita di auto elettriche in Germania.

A chi si rivolge il regolamento

Con l’accordo provvisorio raggiunto le scorse settimane, Parlamento e Consiglio prevedono di ampliare il campo di applicazione del regolamento in modo da sottoporvi quasi tutti i nuovi veicoli pesanti con emissioni di Co2 certificate. Oltre ai mezzi più propriamente detti “pesanti”, sono compresi i camion più piccoli, gli autobus urbani, i pullman e i rimorchi.

Inoltre, la Commissione dovrà valutare se far rientrare nell’ambito delle restrizioni anche gli autocarri più piccoli (sotto le cinque tonnellate).

Le esenzioni

L’accordo provvisorio prevede di estendere il campo di applicazione del regolamento ai veicoli professionali come i camion per la raccolta dei rifiuti o le betoniere in una fase successiva (2035). Invece, un’esenzione dagli obiettivi di riduzione della CO2 stabiliti nel regolamento si applicherà a:

- Costruttori di piccoli volumi e veicoli utilizzati per l’estrazione mineraria, la silvicoltura e l’agricoltura;

- Veicoli per l’uso da parte delle forze armate e dei vigili del fuoco;

- Veicoli per la protezione civile, l’ordine pubblico e l’assistenza medica.

Nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni

Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno mantenuto gli obiettivi fissati dalla Commissione nella sua proposta. La riduzione delle emissioni richiesta dal provvedimento cambia a seconda dei mezzi. I camion oltre le 7,5 tonnellate, dovranno emettere quantità di Co2 inferiori:

- del 45% entro il 2030;

- del 65% entro il 2035;

- del 90% entro il 2040.

Si ricorda che in base al regolamento già esistente e operativo, questi dovranno già ridurre le proprie emissioni di Co2 del 15% entro il 2025.

I co-legislatori hanno convenuto di fissare gli obiettivi per i rimorchi al 7,5% e per i semirimorchi al 10% a partire dal 2030.

I due organi hanno anche inserito nel provvedimento la definizione di “e-trailer” per portare chiarezza giuridica e adattare il regolamento esistente agli sviluppi tecnologici che hanno portato a implementare i rimorchi elettrici. Parlamento e Consiglio hanno tenuto conto del potenziale che gli e-trailer hanno per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 dei rimorchi.

L’emendamento proposto introduce un obiettivo del 100% a emissioni zero per gli autobus urbani entro il 2035, fissando al contempo un obiettivo intermedio del 90% per questa categoria entro il 2030. Sono esclusi da questo obiettivo gli autobus inter-urbani.

Secondo i progetti dell’Ue, la mobilità pubblica deve assumere un ruolo sempre più importante negli spostamenti dei cittadini europei. Su questo fronte l’Italia deve fare molti passi in avanti a partire da una distribuzione più capillare e affidabile del trasporto pubblico nelle periferie. L’Italia, infatti, è risultato il Paese europeo con il maggior numero di macchine per abitanti, con inevitabili conseguenze anche sulla qualità dell’aria che si respira lungo lo stivale.

Non solo riduzione dei consumi

Parlamento e Consiglio Ue concordano sul fatto che per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici comunitari occorre anche ridurre i mezzi che circolano sulle strade europee.

In particolare, i veicoli pesanti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue. Gli standard sulle emissioni di Co2 per alcuni mezzi pesanti sono stati fissati per la prima volta nel 2019 prevedendo una revisione del regolamento entro il 2022.

L’accordo provvisorio delle scorse settimane prevede di sostituire gradualmente lo spostamento di merci e persone su strada con spostamenti più efficienti e sostenibili, come i treni, la navigazione interna o il trasporto marittimo e il trasporto pubblico in generale.

Questo richiede lo sviluppo di infrastrutture e servizi integrati, che consentano una comunicazione più efficace tra i vari sistemi di trasporto, oltre a incentivi economici e normativi per rendere più competitivi i trasporti alternativi.

Secondo uno studio della Commissione europea, se il 30% del trasporto merci su strada a lunga distanza fosse trasferito ad altre modalità di trasporto entro il 2030, le emissioni di CO2 potrebbero essere ridotte di circa il 60 milioni di tonnellate all’anno.

Clausola di revisione

Parlamento e Consiglio hanno previsto di inserire una clausola di revisione in base alla quale la Commissione Ue valuterà i primi risultati raggiunti con il regolamento nel 2027. La Commissione dovrà anche valutare la possibilità di sviluppare una metodologia comune per la valutazione e la comunicazione delle emissioni di CO2 dell’intero ciclo di vita dei nuovi Hdv (heavy-duty vehicles) e produrre una valutazione del ruolo di un fattore di correzione del carbonio (Ccf) nella transizione verso la mobilità a emissioni zero nel settore dei mezzi pesanti.

Passi successivi

Il regolamento sulle emissioni dei mezzi inquinanti non è definitivo. L’accordo provvisorio sarà presentato ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e alla commissione per l’ambiente del Parlamento per l’approvazione. Se approvato, il testo dovrà quindi essere formalmente adottato da Consiglio e Parlamento Ue, prima che possa essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore dopo 20 giorni.

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