“L’attenzione ai rischi naturali e antropici deve diventare centrale nel disegno delle politiche e l’allocazione degli investimenti, a ogni livello, dando coerenza alle decisioni prese su scala nazionale e a quelle degli enti territoriali. La politica di coesione va reimpostata con l’obiettivo di ridurre drasticamente i divari del Mezzogiorno e raggiungere chiari traguardi al 2030, utilizzando l’Agenda 2030 come riferimento comune”. Così il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini, in occasione della presentazione del quarto Rapporto sui Territori, pubblicato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
“La scelta del Governo di unificare la programmazione del Pnrr e quella dei fondi europei e nazionali del ciclo 2021-2027 va nella giusta direzione ma deve assumere in modo esplicito, come quadro di riferimento, le Strategie nazionale e regionali per lo sviluppo sostenibile elaborate in questi anni dalle Regioni, anche con l’assistenza dell’ASviS, e superare i suoi tre limiti atavici e ben noti: la mancanza di complementarità con le politiche ordinarie, la polverizzazione degli interventi e la cattiva qualità delle strutture di governo nazionali e regionali”, aggiunge.
Il Rapporto dedica particolare attenzione alle Strategie per lo sviluppo urbano sostenibile, inserite nei Programmi regionali delle politiche di coesione, e agli altri programmi dedicati alle città, finanziati complessivamente con più di 8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.
“Si tratta di un’occasione unica per integrare tutti i finanziamenti (Pnrr, politiche ordinarie) attraverso l’elaborazione di una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, di cui quella elaborata nel 2022 dal ministero delle Infrastrutture e la mobilità sostenibili costituisce un primo esempio. A tal fine, va finalmente attivato il Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu) ricostituito nel 2021 e finalizzato a rappresentare la dimensione urbana della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile”, si sottolinea.