Il 'cervello ha bisogno di zucchero ', recitava un celebre spot anni '80. Ma se è troppo, le nostre cellule cerebrali vanno in tilt. Ricercatori della Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università Cattolica di Roma hanno scoperto, infatti, che in presenza di concentrazioni elevate di zucchero (simili a quelle che possono verificarsi in caso di diabete) non riescono più a riprodursi le staminali del cervello, fondamentali per i processi di apprendimento e memoria, nonché per la riparazione dei danni cerebrali. Non si garantisce più, dunque, il necessario ricambio di neuroni nell'ippocampo, centro nevralgico della formazione dei ricordi.
Nello studio, pubblicato oggi online sulla rivista Cell Reports, l'équipe ha inoltre osservato che nel cervello di animali messi 'a stecchetto', cioè sottoposti a una dieta ipocalorica comparabile a una dieta di circa 1.500 calorie al giorno, aumenta il numero di staminali cerebrali.
I gruppi di ricerca di Giovambattista Pani (patologia generale) e Claudio Grassi (fisiologia umana), in collaborazione con ricercatori dell'Istituto di fisica, mostrano che un eccesso di glucosio compromette la funzione di tali cellule, riducendo la loro capacità di moltiplicarsi. Viene così allo scoperto uno dei motivi per cui, come largamente riconosciuto dalla comunità scientifica, una dieta scorretta e troppo ricca di zuccheri deteriora le performance cognitive.
"Abbiano inizialmente esaminato - spiega Pani, ideatore dello studio - cosa avviene in provetta quando le staminali neurali sono esposte a un eccesso di glucosio. Questa condizione sembra impedire alle cellule - normalmente presenti nell'ippocampo, sede della memoria - di autorinnovarsi". Troppo zucchero, in pratica, brucia le riserve cellulari che servono al cervello per produrre nuovi neuroni.
Partendo da tale osservazione il lavoro - spiega una nota - ha esplorato nel dettaglio il meccanismo molecolare che sta alla base dell'effetto del glucosio sulle staminali, rivelando un complesso sistema di 'percezione dei nutrienti', che coinvolge due molecole note ai neuroscienziati: il fattore di trascrizione Creb e la Sirtuina1, quest'ultima nota per i suoi effetti sulla longevità.
"Il nostro lavoro - conclude Grassi - ha svelato un nuovo meccanismo di regolazione delle cellule staminali cerebrali che, probabilmente, rappresenta un meccanismo generale di controllo del compartimento staminale in risposta a diversi stimoli. Le vie molecolari da noi individuate potrebbero essere bersaglio di interventi nutrizionali e farmacologici volti a preservare e potenziare questa importante 'riserva cellulare' presente nel nostro cervello, soprattutto nel corso dell'invecchiamento e nelle malattie neurodegenerative".