I social media rappresentano un valido supporto per la lotta al cancro. Facebook, Twitter, Youtube, blog, Instagram sarebbero infatti in grado di produrre un 'effetto contagioso' verso comportamenti virtuosi e attività positive, come sottoporsi a screening e attività di prevenzione. Lo rivelano alcuni studi presentati al 52esimo congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago fino al 7 giugno.
Una ricerca austriaca, condotta dalla divisione di senologia dell'università di Vienna, ha analizzato e sintetizzato i dati positivi successivi alla diffusione delle scelte di Angelina Jolie sul carcinoma ereditario. Si è così osservato che subito dopo la diffusione di notizie sui media delle operazioni al seno e alle ovaie a cui si era sottoposta l'attrice, un numero considerevole di giovani austriache si è rivolto ai medici per verificare il personale rischio ereditario.
Un altro studio presentato da Seth Blumberg, del St Marys Medi da Seth Blumberg, del St Marys Medical Center di San Francisco, ha invece analizzato oltre 30mila tweet di donne che si erano sottoposte a colonscopia, pap test e mammografia. L'analisi dei sentiment espressi dalle pazienti ha evidenziato esperienze negative e positive, ma queste ultime sono quelle che maggiormente avrebbero il potere di "rimanere nel tempo ed essere più influenti" verso parenti ed amici.
Skype sarebbe invece in grado di favorire una sorta di 'sostegno psicologico'. Una ricerca presentata dall'Oncological Hospice Foundation di Varsavia ha mostrato come in una comunità di pazienti oncologici metastatici la connessione video via-Skype può essere utilizzata per fornire supporto di e-hospice soprattutto in presenza di cure palliative, contribuendo ad affrontare forme di ansia e depressione, con un'influenza sulla qualità della vita di tutti i giorni.
La relazione social media e tumori non è pero solo rose e fiori. Michael Fisch - direttore dell'oncologia medica di Aim Specialty Health e coordinatore del gruppo social media di Asco - ha ribadito come sia necessario "governare" i messaggi che circolano sui vari network e che allo scopo sarebbe utile una formazione medica universitaria in oncologia che tenga conto dei social media ai fini di una corretta relazione medico paziente.