L'università Sapienza di Roma è il più grande ateneo cardioprotetto d’Europa, con oltre 40 defibrillatori semiautomatici installati all’interno della città universitaria e nelle sedi di Roma e di Latina. Lunedì 30 gennaio, alle 11.00, nell’Aula magna del Rettorato, si terrà l’evento “Sapienza Ateneo Cardioprotetto”, una giornata di sensibilizzazione volta a ridurre le morti da arresto cardiaco, con segmenti formativi, proiezione di filmati e interventi tecnico-scientifici dedicato. L’evento è dedicato appunto alla presentazione della rete di ateneo composta da oltre 40 defibrillatori semi-automatici esterni (Dae) collocati nelle sedi universitarie distribuite su tutto il territorio di Roma e Latina.
Dopo i saluti della rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e dei presidi delle tre facoltà mediche Domenico Alvaro (Medicina e odontoiatria), Carlo Della Rocca, (Farmacia e medicina) Erino Angelo Rendina (Medicina e psicologia), interverranno docenti e tecnici dell’Ateneo che illustreranno il progetto e affronteranno il tema del contrasto alle morti cardiache improvvise. Saranno inoltre presentati i risultati di un’indagine condotta dai ricercatori dell’ateneo sulle conoscenze in materia di primo intervento e sull’uso dei defibrillatori dei componenti della comunità universitaria.
La rete di defibrillatori semiautomatici di Ateneo è stata resa operativa grazie alle attività di formazione certificate attraverso il corso Basic Life Support Defibrillation, erogato dagli istruttori degli Skill Labs e dei Centri di simulazione delle facoltà mediche, che ha visto il coinvolgimento di circa 400 addetti al primo soccorso. I dispositivi installati sono dotati di una guida vocale - spiega una nota della Sapienza - e di indicazioni visive che descrivono nel dettaglio ogni operazione da compiere. Le elaborazioni che consentono in modo intuitivo di individuare i dispositivi sono state realizzate grazie al Laboratorio GeoCartografico del Dipartimento di Lettere e culture moderne, in collaborazione con il Dipartimento di Sanità pubblica e malattie infettive.
“L’installazione e il posizionamento di molteplici defibrillatori semiautomatici rappresentano un vero passo in avanti - sottolinea la rettrice Antonella Polimeni - nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa e costituiscono il presupposto fondamentale per un ateneo cardioprotetto. A ciò si aggiungono le attività formative Blsd erogate da nostri docenti e professionisti esperti per l’utilizzo di questi strumenti chiave per la sopravvivenza prima dell’arrivo dei soccorritori. Con questo progetto - aggiunge - la Sapienza conferma il proprio impegno per la tutela e la salvaguardia della salute e del benessere di coloro che vivono l’università. Il raggiungimento di questo traguardo, che è stato reso possibile anche grazie alle competenze interne alla nostra università, rappresenta un esempio virtuoso che colloca Sapienza in prima linea nel contrasto delle morti da arresto cardiaco improvviso”.
L’appuntamento è parte di un progetto di sensibilizzazione volto a ridurre le morti cardiache improvvise, che rappresentano il principale problema di salute pubblica e sono responsabili di circa il 50% di tutti i decessi cardiovascolari. Le maggiori società scientifiche hanno prospettato di ridurre, entro il 2030, le morti da arresto cardiaco di almeno il 20%, ma per raggiungere tale obiettivo - si evidenzia - è fondamentale organizzare e sviluppare un idoneo primo soccorso tramite il massaggio cardiaco e la defibrillazione precoce, che rappresentano il primo e più importante intervento per salvare la vita.
L’incidenza dell’arresto cardiaco al di fuori degli ambienti ospedalieri, cioè in strada, sui luoghi lavoro e di studio, in casa, in posti pubblici come stazioni e aeroporti, è compresa tra 20 a 140 persone ogni 100.000 e la sopravvivenza varia dal 2% all’11%, un dato strettamente legato alla presenza e alla chiara visibilità di postazioni con defibrillatori semiautomatici e alla possibilità di effettuare chiamate di emergenza per attivare i soccorritori. L'utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno nei primissimi minuti dall'infarto può aumentare del 70% le possibilità di sopravvivenza.