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Sanità. Per Gsd anno sabbatico da investimenti, e un sogno immobiliare

Rotelli: "Sul 2022 il peso del caro energia. Il 2023 sarà un anno più tranquillo". E c'è l'idea di un museo e di un complesso residenziale dove sorgeva una casa di cura a Milano

Da sinistra: Kamel Ghribi, Gilda Gastaldi, Paolo Rotelli, Giulia Rotelli, Marco Rotelli (Foto: Gsd)
Da sinistra: Kamel Ghribi, Gilda Gastaldi, Paolo Rotelli, Giulia Rotelli, Marco Rotelli (Foto: Gsd)
14 dicembre 2022 | 19.00
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"Il 2023 sarà un anno un po' più tranquillo" per il Gruppo San Donato, "nel senso che ci diamo il tempo di metabolizzare gli investimenti fatti. Perché abbiamo investito quasi mezzo miliardo negli ultimi anni, fra i 360 milioni messi di euro per il nuovo Galeazzi-Sant'Ambrogio, e i 120 milioni per l'Iceberg, considerando la spesa tutto equipaggiato. Quindi facciamo una piccola pausa di un anno: a parte investimenti standard in attrezzature, non ci saranno grandi lavori nel 2023". Dopo una fase intensa, fatta di nuove strutture hi-tech inaugurate e progetti avviati anche all'estero, sarà un 'anno sabbatico' dagli investimenti quello prospettato da Paolo Rotelli, vicepresidente del gruppo, durante un evento organizzato ieri sera da Gsd per le festività natalizie. Mentre all'orizzonte potrebbe prospettarsi un 'debutto immobiliare'.

Dietro la facciata di una vecchia clinica di Milano si cela un sogno nel cassetto. E ad accennarlo è stata Gilda Gastaldi, presidente della Gsd Foundation, moglie dello storico numero uno del gruppo, Giuseppe Rotelli, scomparso nel 2013. L'idea è da un lato di trasformare in un progetto residenziale quella che è stata fino al 2011 circa la casa di cura Città di Milano, in via Lamarmora, dall'altro di fare sempre nella stessa struttura anche un museo dove dare la ribalta a oltre 50 opere del Seicento e del Settecento custodite nella collezione milanese Gastaldi Rotelli, realizzate da artisti quali Procaccini, Cairo, Nuvolone, Magnasco, "prevalentemente Lombardo-Veneto", spiega Paolo Rotelli. Capolavori in questi giorni in mostra al Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

Sarebbe un investimento non sanitario, ma immobiliare, quindi una novità, conferma Rotelli. "Non si pensa di fare degli appartamenti extralusso, ma qualcosa di accessibile - precisa - La stragrande maggioranza avrà metrature più piccole, in una zona che ha bisogno di abitazioni". L'idea "è di fare qualcosa di moderno, ma nel rispetto di tutti i vincoli", dice Rotelli. La facciata dell'edificio "è storica e quindi andremmo a rispettare i vincoli della paesaggistica e a creare qualcosa a norma sismica ed ecologico".

Alla casa di cura Città di Milano "non c'era più attività sanitaria" da diversi anni. "All'epoca - ripercorre Rotelli - abbiamo preso tutto lo staff e lo abbiamo trasferito alla Madonnina", altra realtà del gruppo "che quest'anno ha fatto il suo record di fatturato, toccando quota 40 milioni. Abbiamo concentrato tutto lì, perché non avrebbe avuto senso investire un po' in una struttura e un po' nell'altra. Così come oggi non potremmo ritrasformare la struttura di Lamarmora in ospedale, perché lo standard non è in linea con l'accreditamento attuale", riflette. Nelle prossime settimane dovrebbero emergere più dettagli del progetto immobiliare.

Intanto, tornando al fronte sanitario, "ci diamo il tempo di passare un anno che dovrebbe avere un ottimo risultato, il 2023", ribadisce in conclusione Rotelli. "Il 2022 è stato ottimo al netto del caro energia. Per il 2023 ci aspettiamo un anno ancora migliore. Ci diamo una pausa dall'investimento e poi ripartiamo nel 2024. L'obiettivo è essere ultra solidi nel 2023, per essere tranquilli, qualunque cosa succeda".

Il fattore energia - "Noi abbiamo fatto uno sforzo immenso nel 2022 per rilanciarci e riportarci al livello di attività che avevamo nel 2019. Abbiamo fatto anche molto di più e infatti senza il caro energia saremmo tornati con dei conti in linea con il pre-pandemia. Tutto il nostro sforzo è stato cancellato dall'energia che sui nostri bilanci quest'anno pesa oltre 50 milioni in più che nel 2021". A spiegare quanto hanno impattato gli extracosti legati alle bollette sui conti del Gruppo San Donato è sempre Paolo Rotelli, tirando le somme del 2022.

Nel 2021 il giro d'affari consolidato del gruppo era stato di 1 miliardo e 750 milioni, si era tornati ai livelli pre-Covid. E il 2022 è "stato un anno ottimo", seguendo questa scia, dice Rotelli. Ma gli extracosti hanno pesato. "Se non avessimo avuto modo di coprire e gestire l'approvvigionamento dell'energia in maniera un po' dinamica", per esempio il nuovo Galeazzi autoproduce energia per il 10% del suo fabbisogno, "quei 50 milioni in più avrebbero potuto essere quasi 100 milioni e sarebbe stato impossibile da sostenere", assicura. "Ma mentre chi produce può decidere di farlo qualche mese dopo, noi non possiamo decidere di curare qualche mese dopo".

Il vicepresidente Gsd sottolinea anche come per il prossimo anno sia "difficile fare delle previsioni. In teoria - ragiona - l'Europa dovrebbe adattarsi al fatto che l'energia scarseggia. Quindi io mi aspetto che il prezzo si stabilizzi a livelli alti, ma non continui ad aumentare" per vari motivi. "E spero poi che la situazione internazionale torni velocemente a posto e che anche il costo dell'energia torni a livelli normali. Nel frattempo, però, senza un aiuto statale consistente la nostra attività rischia di essere insostenibile. Noi non protestiamo, né chiediamo niente", tiene a puntualizzare Rotelli, "se non di avere pari trattamento rispetto al pubblico. Nel senso che auspichiamo che ci siano fondi a sufficienza per coprire il 100% dell'aumento del costo della bolletta anche nel privato accreditato". Una strada che alcune realtà private stanno percorrendo è di aumentare i prezzi tenendo conto del caro energia. "Ma la nostra è una situazione diversa - precisa - Il Gruppo San Donato, facendo parte del privato accreditato, ha l'81% dell'attività per il Servizio sanitario nazionale".

I progetti all'estero - "Dopo 2 anni in cui i nostri ospedali si sono dedicati interamente alla cura dei pazienti Covid", in ogni caso "il gruppo è più determinato di prima, non solo nel consolidare la propria leadership nella sanità italiana, ma anche con l'obiettivo di perseguire investimenti sanitari all'estero", ha spiegato il vice presidente del Gruppo San Donato e presidente di Gksd holding, Kamel Ghribi. "Siamo a buon punto con i progetti che ci vedono presenti in Kenya, in Egitto dove gestiremo un ospedale pubblico e negli Emirati Arabi. A breve partirà anche la costruzione di una Smart Clinic targata Gsd ad Abu Dhabi", è il quadro che ha tracciato ieri sera durante l'evento al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle Istituzioni, delle forze dell'ordine, del mondo dell'arte e della cultura e della scienza.

"La nostra filosofia - sottolinea Ghribi - resta la stessa e si rafforza sempre più: un grande gruppo al servizio di una grande Regione e di un grande Paese".

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