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Fecondazione: da registro donatori a rimborsi, decreto eterologa in 9 punti

Fecondazione: da registro donatori a rimborsi, decreto eterologa in 9 punti
29 luglio 2014 | 16.28
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(Adnkronos Salute) - Sono 9 i punti 'cardine' del decreto legge sulla fecondazione eterologa presentato nel suo schema di base oggi alla commissione Affari sociali della Camera dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Previsti, oltre ai limiti di età per donatori e donatrici e del numero di figli che possono generare, anche l'istituzione di un registro nazionale proprio dei donatori e un rimborso economico simile a quello che si riceve quando si dona il midollo osseo.

Si parte dal "completamento del recepimento della direttiva europea 17/2006 - ha spiegato Lorenzin - in particolare dell’indicazione dei test da effettuarsi nei donatori; la donazione dei gameti deve essere volontaria e gratuita: permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo; è possibile la doppia eterologa; è prevista età minima e massima differenziata per donatori e donatrici; potranno donare uomini di età compresa fra 18 e 40 anni e donne fra 20 e 35 anni. All’aumentare dell’età dei donatori aumentano, infatti, i fattori di rischio di tipo genetico, e, in particolare per le donne, diminuisce significativamente la fertilità; l’età minima differenziata è dovuta a un differente sviluppo dell’apparato sessuale".

Ancora, "è istituito presso Iss-Cnt un Registro nazionale dei donatori a cui le strutture autorizzate dovranno fare riferimento per permettere la tracciabilità completa donatore-nato; il numero massimo di nati da uno stesso donatore è 10 a livello nazionale, con deroga se una famiglia con figli già nati da eterologa chiede un altro figlio con stesso donatore; accesso a dati clinici del donatore o al donatore stesso per comprovati problemi di salute del nato, su richiesta di struttura del Ssn; inserimento immediato nei Livelli essenziali di assistenza di prestazioni attinenti all’eterologa".

Infine, c'è la questione della conoscenza della modalità del proprio concepimento, e, a determinate condizioni, del diritto a conoscere le proprie origini, su cui Lorenzin ha invitato al dibattito in Parlamento.

"Le direzioni competenti del ministero - ha concluso Lorenzin - hanno già lavorato alle indicazioni provenienti dal tavolo degli esperti che ho convocato nelle scorse settimane per tradurle in contenuti di norme, di concerto con l’ufficio legislativo: l’obiettivo è quello di mettere regioni e centri Pma in condizioni di partire subito con l’eterologa, appena approvato il decreto legge che ho intenzione di proporre in uno dei prossimi consigli dei Ministri, prima della pausa estiva".

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