(Adnkronos Salute) - Anche sulle password gli studenti nativi digitali rimediano una 'bocciatura': più del 40% usa lievi variazioni della stessa password per le diverse applicazioni. E infine più del 60% si connette alle applicazioni (anche quelle non presenti negli store ufficiali) attraverso il 'log in' di Facebook o di Google. E in questo contesto, il 61% non è preoccupato della sicurezza dei dispositivi mobili, o lo è̀ poco.
Lo stesso accade sul fronte dei giovani sviluppatori di applicazioni: emerge, osservano gli esperti, "una certa noncuranza delle questioni relative alla sicurezza informatica, in quanto, insieme alla privacy, sembrano essere percepite solo come un ostacolo per l'uso del dispositivo mobile e non come un requisito per tutelare l'utente". Dopo l'analisi gli esperti di Tech and Law Center hanno individuato tecniche e strumenti legali per ridurre, in futuro, i problemi connessi all'errata o non accorta adozione di misure di sicurezza sui dispositivi mobili. Il progetto prevede anche eventi formativi e informativi in alcune università. I dati integrali della ricerca saranno presentati martedì 20 maggio al Politecnico di Milano.