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Mascherine non 'avvelenano' di CO2, studio smonta tesi no mask

(AFP)
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03 ottobre 2020 | 17.25
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E' una delle argomentazioni con cui i 'no mask' fanno proseliti sui social: le mascherine provocano un 'avvelenamento' da anidride carbonica, è la tesi che rimbalza di sito web in chat, e serpeggia nelle piazze della protesta anti restrizioni. "Ma le persone non devono credere che le mascherine uccidanano". Parola di scienziato. Michael Campos, esperto del Miami Veterans Administration Medical Center e dell'università di Miami lo assicura sulla base di uno studio condotto con un team di colleghi e pubblicato su 'Annals of the American Thoracic Society'.

Conclusione: "anche in pazienti con malattie polmonari" è "improbabile" che i dispositivi di protezione causino una sovraesposizione alla CO2. Un dato che rassicura milioni di persone alle prese con l'obbligo di indossarle. Durante la pandemia di Covid-19, osservano gli esperti, l'utilizzo della protezione facciale è diventato un problema altamente politico, come mostrano anche le polemiche che si sono riaccese dopo la notizia della positività al coronavirus Sars-CoV-2 del presidente Usa Donald Trump, per via di alcuni video e foto che lo hanno più volte immortalato a contatto con altre persone sprovvisto di protezione.

"Alcune persone affermano falsamente che indossare mascherine possa mettere a rischio la salute delle persone. Lo studio mostra il contrario", evidenziano gli autori che hanno valutato eventuali problemi con lo scambio di gas, cioè eventuali cambiamenti nel livello di ossigeno o di anidride carbonica, sia in individui sani che in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), persone queste ultime che "devono lavorare di più per respirare, il che può portare a mancanza di respiro". "Noi abbiamo dimostrato che gli effetti sono minimi anche in pazienti con insufficienza polmonare molto grave", dice Campos.

Le persone arruolate sono state esaminate prima e durante l'utilizzo di mascherine chirurgiche. I risultati, ribadiscono gli esperti, "contraddicono le affermazioni che collegano l'uso di mascherine", accusate di intrappolare CO2, "all'avvelenamento da anidride carbonica".

Per quanto riguarda la sensazione di mancanza di respiro che alcune persone sane possono provare, Campos spiega che "la dispnea, la sensazione di mancanza di respiro, avvertita con le mascherine da alcuni non è sinonimo di alterazioni nello scambio di gas. Probabilmente si verifica per la limitazione del flusso d'aria con la mascherina, in particolare quando è necessaria una maggiore ventilazione, quindi sotto sforzo". Per esempio, dicono gli autori, se si sta camminando a passo svelto su un pendio, si potrebbe provare una sensazione di affanno. Sensazione che può aumentare se si indossa una mascherina troppo stretta. La soluzione è semplicemente rallentare o scostare la mascherina se ci si trova a distanza di sicurezza dalle altre persone.

Lo scienziato autore del lavoro ribadisce l'importanza di indossare una protezione facciale per la prevenzione dell'infezione da Sars-CoV-2. Se una mascherina chirurgica non è disponibile, è consigliata dagli statunitensi Cdc (Centri per il controllo delle malattie) una in tessuto con almeno due strati. Chi soffre di malattie polmonari, in particolare, dovrebbe evitare un eventuale contagio e indossare una mascherina, in abbinamento alle misure del lavaggio mani e del distanziamento sociale, che hanno dimostrato di ridurre il rischio.

Lo stimolo per avviare la ricerca, raccontano gli autori, è arrivato da un caso concreto. Gli scienziati hanno deciso di condurre lo studio dopo aver letto i resoconti su un'audizione pubblica in Florida, durante la quale alcune persone hanno fatto commenti provocatori sulle mascherine. L'accusa avanzata era che indossarle stava mettendo a rischio delle vite e che non c'erano dati disponibili sugli effetti delle mascherine chirurgiche sullo scambio di gas.

"Riconosciamo che le nostre osservazioni possono essere limitate dalla dimensione del campione - conclude Campos - Tuttavia la nostra popolazione offre un chiaro segnale sull'effetto nullo delle mascherine chirurgiche in termini di eventuali cambiamenti fisiologici rilevanti nello scambio di gas in circostanze di routine (riposo prolungato, breve camminata)". È importante, concludono gli autori, "informare il pubblico che il disagio associato all'uso di una mascherina non deve portare a preoccupazioni infondate per la sicurezza, in quanto tutto questo potrebbe attenuare l'applicazione di una pratica che ha dimostrato di migliorare la salute pubblica".

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