Presidente Conferenza spiega le due strade principali da seguire per combattere il virus.
"Quella dell'Hiv è un'epidemia che non è finita ed è ancora in atto. Forse in Italia piano piano la stiamo iniziando a controllare. Negli ultimi anni le nuove diagnosi sono in lieve calo, ma ci sono ancora e bisogna mantenere alta la guardia". Così Franco Maggiolo, responsabile dell'Unità semplice di Patologie Hiv-correlate e Terapie sperimentali dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e presidente dell'edizione bergamasca di Icar (Italian Conference on Aids and Antiviral Research), in occasione dell'inaugurazione del murale realizzato a Bergamo da Alessandro Conti, in arte Etsom. Un'opera larga 6 metri e alta 3, che vuole sensibilizzare sui problemi che resistono in materia di virus Hiv.
"Ci sono due cardini per combattere l'epidemia da Hiv - prosegue Maggiolo - Il primo è quello di trattare tutte le persone, perché le persone trattate non trasmettono il virus. Il secondo consiste nello scoprire il sommerso, cioè le persone che ignorano di essere contagiate. Questo si può fare solo attraverso i test. Purtroppo, molti non hanno la cognizione del rischio e non si sottopongono al test. Portarlo in periferia, alle persone fragili che non vengono in ospedale è fondamentale".