I genitori del secondo decennio degli anni 2000 sono 'sommersi' da informazioni sulla salute dei propri figli. Ma, rispetto al passato, sono molto meno capaci di 'passare alla pratica' e prendersi cura. Risultato: oggi le mamme e i papà sono più preoccupati e, nel loro bagaglio di esperienze' hanno meno soluzioni per risolvere da soli i piccoli problemi rispetto ai loro genitori e nonni. A tracciare il quadro è Vitalia Murgia, medico pediatra e anche docente, a Roma e Madrid, di fitoterapia, che per aiutare i genitori a 'cavarsela' nei piccoli problemi di salute dei figli, facendo ricorso anche a rimedi naturali, ha scritto "La salute naturale del bambino. Guida pratica ai problemi di salute più comuni a uso di genitori e nonni", in uscita oggi per Aboca edizioni.
"Quarant'anni fa quando ho cominciato a fare la pediatra - spiega Murgia - i genitori erano sicuramente meno informati sul piano scientifico ma avevano una maggiore capacità di prendersi cura e di fare le cose pratiche necessarie per i loro bambini. Con il tempo siamo passati a genitori sempre più 'informati', ma le virgolette sono necessarie. Hanno sicuramente più informazioni che però non sono utili né sufficienti nella pratica. Talvolta perché le informazioni vengono raccolte da Internet, possono essere anche corrette, ma non si riesce a farne una sintesi né qualitativa né qualitativa. E' come se fossero 'bloccati' dalle troppe informazioni", osserva.
Nasce da queste considerazioni, racconta Murgia, "l'esigenza comunicativa alla base della scrittura del libro. Il mio obiettivo è stato quello di spiegare le cose in maniera semplice e, allo stesso tempo, utile perché i genitori, e anche i nonni a cui possono essere affidati i bambini, possano orientarsi, comprendendo sia la gravità del problema, sia le azioni pratiche che possono fare in prima persona. Ma soprattutto per comprendere eventuali aggravamenti per i quali va contattato il medico curante".
Il libro "è frutto delle strategie che ho sviluppato in 40 anni a livello della comunicazione con i genitori, cercando di aiutarli a trovare una dimensione di genitore consapevole, ritrovando quelle conoscenze che generazioni precedenti avevano acquisito con la pratica, prendendosi cura di fratelli, cuginetti ecc, anche prima di diventare genitori. Esperienze difficili da acquisire in un Paese dove nascono sempre meno bambini".
Per quanto riguarda i rimedi naturali nel libro si informano i genitori "su quali problemi possono essere trattati con le sostanze naturali complesse e quali di queste sostanze possono essere utili. Nel testo vengono citati solo gli estratti delle piante medicinali o sostanze naturali che hanno una sicurezza consolidata dall’uso talvolta plurimillenario, e su cui non ci sono controindicazioni all’utilizzo nell’infanzia nelle raccolte più autorevoli di monografie sulle piante medicinali."
"Di ogni pianta o sostanza complessa vengono descritte brevemente le caratteristiche botaniche, brevi cenni sull’uso storico, gli usi indicati e i possibili effetti collaterali. La speranza è che il testo possa rappresentare un supporto per alleggerire l’ansia e la fatica causata da piccoli ma frequenti problemi di salute del bambino, per i genitori o i nonni o per chi, a qualunque titolo si prende cura di bambini, o per chi per professione ha il compito di dare indicazioni e consigli ai genitori", conclude Murgia.
"Mai a scuola con la febbre. Questo è un imperativo per i genitori che valeva anche prima del coronavirus. Ma che oggi vale 10 volte di più. Un bambino che la sera prima o la notte ha avuto la febbre deve stare a casa anche se la mattina ha la temperatura normale" spiega Vitalia Murgia, medico pediatra e anche docente, a Roma e Madrid, di fitoterapia.
Quello di mandare il più rapidamente possibile i figli a scuola dopo un malanno, in generale, "è un errore che spesso mamme e papà fanno, convinti che in questo modo i figli recuperino prima. Ma è l'esatto contrario, serve rispettare i tempi fisiologici di ripresa", spiega la pediatra. Quest'anno, però, con la pandemia in corso "bisogna soprattutto seguire le indicazioni date dal ministero che mi auguro siano facili da comprendere e mettere in pratica", continua Murgia.
Per essere sereni, continua, "ricordiamo che il bambino corre meno rischi con l'infezione da coronavirus. Non bisogna angosciarsi in caso di febbre ma tenerlo a casa, telefonare al pediatra per le necessità del caso, come per esempio l'eventuale tampone". Importante poi "non usare l'antipiretico se il bambino è arzillo, perché la febbre è un'arma di difesa naturale". Ricordiamo che però che il bambino "può contagiare. Quest'inverno richiederà un surplus di attenzione da parte dei genitori dal punto di vista più sanitario, di protezione della comunità in generale, che non di salute", conclude Murgia.