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Zona rossa e arancione, incontro governo-regioni su parametri

Foto Fotogramma
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19 novembre 2020 | 08.01
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Si svolgerà nelle prossime ore la riunione tra Governo e Regioni con al centro alcuni dei temi legati alla gestione della pandemia di Coronavirus, tra i quali i 21 parametri per decidere le zone gialla, arancione e rossa. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha convocato la riunione in videoconferenza alle ore 16. All'incontro, sollecitato ieri dalla stessa conferenza delle regioni, saranno presenti anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro.

"Al momento non abbiamo avuto risposta dal governo sulla riduzione dei 21 parametri a 5", ha detto ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, riferendosi alla proposta di modifica dei parametri rivolta dalle Regioni al governo. Il tema sarà sul tavolo anche della Conferenza delle regioni convocata per domani in modalità streaming dal vicepresidente Giovanni Toti.

"Quello che le Regioni chiedono è di creare un meccanismo che sia più facilmente comprensibile anche dall'opinione pubblica, ancorato a valutazioni scientifiche e mediche ma nello stesso tempo più chiaro nella percezione delle persone", ha evidenziato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, spiegando che "le Regioni insieme chiedono di semplificare il calcolo dei 21 parametri in modo che sia più chiaro nel rapporto Regioni-Stato".

"Chiediamo una semplificazione anche per permetterci di monitorare autonomamente i dati. Vorremmo pochi parametri realmente indicativi", ha rimarcato ieri il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

La "curva non è piegabile senza sacrifici", ha ribadito ieri il ministro della Salute Roberto Speranza nel suo intervento online all'Assemblea Anci 2020, dicendosi ben consapevole degli sforzi che vengono chiesti alle persone "e alle realtà territoriali". Il premier Giuseppe Conte ha ricordato che la divisione delle regioni in zone rosse, arancioni e gialle "ci permette di introdurre misure restrittive limitate nel tempo quanto più possibile e ben dosate".

E mentre il governo lavora con l'obiettivo di allentare la presa in vista delle feste di Natale, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia anche ieri ha ricordato che "aprire tutto non è contemplato, ci porterebbe al primo gennaio 2020 e non ci possiamo arrivare fino a quando non abbiamo la certezza che ne siamo fuori". "Riduciamo il contagio e i luoghi del contagio e poi valuteremo le diverse condizioni territoriali", ha spiegato Boccia, precisando che un lockdown nazionale "oggi non è più riproponibile".

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