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La zecca

Vauro e i "sette modi per uccidere Salvini"

(Fotogramma /ipa)
(Fotogramma /ipa)
28 marzo 2019 | 18.56
LETTURA: 4 minuti

di Antonella Nesi
Il titolo è di quelli che fa sbarrare gli occhi: "Sette modi per uccidere Salvini". Si intitola così infatti l'edizione straordinaria pubblicata in queste ore della rubrica 'La Zecca', che il disegnatore e umorista toscano tiene sul sito di Michele Santoro. Per rispondere a chi lo accusa di fiancheggiare chi vorrebbe uccidere Matteo Salvini, Vauro ha deciso di rispondere applicandosi nell'ideazione di sette opzioni semi-serie per eliminare il vicepremier, che vanno dalla "nutella-assassina" all'"uniforme killer".

Vauro si riferisce al fatto che nell’ultima puntata di 'Quarta Repubblica' è stato mostrato un servizio dove, a telecamera nascosta, si chiedeva ad alcuni immigrati di colore cosa pensassero di Salvini. Uno dei migranti, condannando il gesto criminale di Sy, l’autista dello scuolabus di Crema, ha detto: "Non potrei mai fare una cosa del genere, sequestrare bambini che non hanno colpa, se dovessi uccidere qualcuno ucciderei Salvini o qualcuno di responsabile". Per Vauro "il senso pare chiaro: 'Se dovessi' non 'se volessi' e soprattutto non ha detto 'ucciderò Salvini'. Quando il vignettista ospite in studio ha tentato di ragionare su quella che definisce una "banale ovvietà", si è "immediatamente ritrovato ad essere complice del feroce assassino". Tanto da suscitare un post sui social da parte dello stesso Salvini: "A Torino: 'Se dovessi uccidere qualcuni ucciderei Salvini'. Vauro risponde: 'Cosa c'è di strano?' Questo signore non è normale", aveva scritto il vicepremier dopo la puntata del programma tv.

Così Vauro si è spinto ironicamente oltre. "Visto che oramai sono stato condannato e non si possono prendere due condanne per lo stesso delitto mi sono immedesimato nel ruolo e quindi ho cominciato ad elaborare diversi piani", dice nel video pubblicato nella 'edizione straordinaria' della sua rubrica.

Prima di elencarli, uno a uno. "Piano 1: la Nutella assassina. Mi faccio prestare da quel radical chic di Nanni Moretti l'enorme famoso barattolo di cioccolata e lo lascio in bella vista nei pressi del ministero dell'Interno. Poi? Poi niente, ci penserà il colesterolo. Piano 2: sabotaggio. Taglio i fili dei freni della ruspa. Piano scartato: la ruspa di Salvini è senza freni. Piano 3: la felpa fatale. Approfittando biecamente delle note difficoltà di lettura del ministro, gli faccio indossare una felpa con scritto 'aprite i porti'. E confido nel collasso, quando qualcuno alfabetizzato del suo staff gli spiega che c'è scritto 'aprite i porti' e non 'calci in culo ai clandestini'. Se non funziona nemmeno questo, gli regalo un libro di Saviano, spacciandolo per l'album di figurine dei calciatori del Milan. Piano 4: l'uniforme killer. Un semplice giaccone della polizia cosparso di polvere urticante. Uno scherzo di carnevale perfetto per le sue carnevalate. Piano 5: camuffamento. Travestire un rom da poliziotto. Per fargli rubare l'iPhone del vicepremier mentre si fa un selfie con lui. La crisi d'astinenza da selfie e twitter sarà immediata e micidiale. Piano 6: balls choc. Applicare alle parti basse di Di Maio le protesi di un bel paio di palle da mostrare alleato e contare sull'effetto sorpresa. L'unica controindicazione è che l'effetto sorpresa potrebbe colpire prima Di Maio nello scoprire di avere le palle. Piano 7: il piano del papà. Contraffare il certificato di nascita del giovane Rami in modo che Salvini risulti essere il padre biologico, così è costretto a prendere la cittadinanza egiziana e a rinunciare a quella italiana. A quel punto il gioco è fatto: Salvini è egiziano. 'Rimandiamolo a casa!', 'È finita la pacchia!'", conclude Vauro.

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