Fontana: "Eco tragedia risuona nella coscienza di tutti". Pichetto: "Lezione sempre attuale, cura del territorio è priorità"
Vajont 9 ottobre 1963. Ricorrono oggi i 60 anni del disastro costato la vita a 1.910 persone, tra cui 487 minori. Alle 22.39 esatte una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc, che in dialetto significa 'Marcio' a una velocità di 90 km/h nel lago artificiale creato dal torrente Vajont. Si alzò in alto nel cielo, per oltre 260 metri, una massa d’acqua di 50 milioni di metri cubi che superò la diga e rase al suolo i paesi sottostanti. Cinque i paesi cancellati dalla violenza dell’aria, dell’acqua e del fango: Longarone, Codissago, Castellavazzo, Erto e Casso.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato al cimitero monumentale di Fortogna, primo appuntamento della commemorazione del 60esimo anniversario del disastro del Vajont. Ad accoglierlo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, presente il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Il capo dello Stato si è recato poi nel punto della diga da cui esondarono le due enormi onde causate dalla frana originata dal monte Toc. Ad accoglierlo e ad illustragli quanto accadde Antonio Carrara, sindaco di Erto e Casso, i centri in provincia di Pordenone raggiunti dalla prima onda.
"Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata. A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi. Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l'irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata", scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel giorno del 60esimo anniversario.
"In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno -assicura la premier- affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un'Italia più sicura".
"A sessant’anni da quel tragico 9 ottobre, onoriamo la memoria delle 1910 vittime, tra cui 487 minori, che perirono nella tragedia del Vajont. Nonostante il tempo trascorso da quell’immane catastrofe, la sua eco risuona ancora oggi nei cuori e nelle coscienze di tutti noi. Al dolore straziante di chi perse i propri cari e delle comunità devastate del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia seguì il dramma dei sopravvissuti, che portarono e portano con sé il ricordo indelebile di quella ferita per tutta la vita. Ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti e ai soccorritori, che in quei giorni si prodigarono instancabilmente nell’aiuto alle popolazioni stremate, rinnovo la vicinanza e mi unisco commosso a nome mio personale e della Camera dei deputati". Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che stamattina parteciperà alla cerimonia di commemorazione alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al cimitero Monumentale di Fortogna di Longarone.
“Oggi l’Italia ricorda il disastro del Vajont. Una tragedia nazionale di 60 anni fa che è una lezione attualissima per il presente e per il futuro. La cura del territorio, sempre più impattato dai cambiamenti climatici, è una priorità assoluta: un traguardo che si raggiunge solo con infrastrutture sicure, utili, compatibili con l’ambiente e le necessità di adattamento dei nostri territori”, scrive il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, nel giorno in cui ricorrono i sessant’anni dal disastro del Vajont.