La presidente del Consiglio: "Se li ha li metta a disposizione perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti". Tajani: "Non commento intervista di un privato cittadino, vedrà magistratura". Salvini: "Dichiarazioni di inaudita gravità". Inchiesta bis ancora aperta
"Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l'intervista di Giuliano Amato a Repubblica, sulla vicenda di Ustica.
"Premesso che nessun atto riguardante la tragedia del Dc 9 è coperto da segreto di Stato, e che nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro, chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti", conclude la premier.
“Bisognerà verificare quello che è successo; bisogna fare chiarezza, vedrà la magistratura, che indagherà su quello che è successo”. In ogni caso “c’è stato un processo e non si può commentare una intervista”. Così il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, commentando le parole di Giuliano Amato. “Questa - ribadisce Tajani - è la versione di un ex presidente del Consiglio, una persona che ha avuto grande importanza, ma che ora è un privato cittadino”. Si tratta di “una sua versione” dei fatti e “non c’è da commentare”. Per Tajani "bisogna valutare. Bisogna essere prudenti, tocca alla magistratura indagare. Le relazioni tra Stati non sono legate a un'intervista".
“Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole. Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi”. Così il vicepremier e ministro Matteo Salvini.
Dopo che i processi sulla strage di Ustica non sono riusciti a far luce sul disastro aereo avvenuto il 27 giugno dell''80, che provocò la morte di 81 passeggeri oltre all’equipaggio, in Procura a Roma è ancora aperta un’inchiesta bis, affidata al pm Erminio Amelio. Un’indagine a carico di ignoti, riaperta una quindicina di anni fa, a ridosso anche delle dichiarazione di Francesco Cossiga che aveva fatto riferimento alla presenza in zona di un aereo francese. Ora bisognerà vedere se le dichiarazioni di Giuliano Amato che chiamano in causa apertamente Parigi possano dare nuovo impulso all’inchiesta.
Nell’ambito della nuova indagine sono state inviate richieste di rogatorie a vari Paesi, tra cui proprio la Francia e nel corso degli anni sono stati acquisiti atti e ascoltate diverse persone come testimoni, tra cui gli stessi Cossiga e Amato, oltre all’ex ministro socialista Rino Formica, titolare dei Trasporti nel governo Cossiga quando avvenne il disastro. Fra gli atti a disposizione dei pm capitolini ci sono anche i verbali di audizione di alcuni piloti francesi e in ultimo un audio contenuto nella scatola nera del Dc9 Itavia. Una registrazione che è stata ripulita dai tecnici e nella quale, subito prima di una brusca interruzione, si sente uno dei piloti dire ‘guarda, cos’è?’.