Dubbi del M5S sul ddl unioni civili, arrivato alla Camera dopo il travagliato percorso a Palazzo Madama con i grillini finiti sul banco degli imputati per la libertà di coscienza sulle stepchild adoption.
Ieri, nell'assemblea congiunta dei 5 Stelle di Camera e Senato finita in tarda serata, il deputato Alfonso Bonafede, che in commissione Giustizia segue il provvedimento per il Movimento, a quanto si apprende avrebbe sollevato dubbi su un passaggio della legge che la metterebbe a rischio costituzionalità. Non solo. Secondo Bonafede, legale siciliano, ci sarebbero altri grovigli tecnici da districare nel provvedimento.
Così se al Senato i 5 Stelle non avevano presentato alcun emendamento per agevolare la strada al ddl, alla Camera si prospetta tutt'altro: "Emendamenti mirati e migliorativi - ha chiarito Bonafede ai colleghi - ad un testo di compromesso che è frutto dell'inciucio Renzi-Alfano-Verdini e che così com'è presenta più di un problema".
Bonafede, nello specifico, si è soffermato su una norma contenuta nel comma 36 dell'articolo 1 del ddl che prevede l'obbligo di alimenti per i conviventi di fatto, siano essi etero o omosessuali. E il ddl Cirinnà, se da un lato introduce le unioni civili con registrazione davanti ad un pubblico ufficiale e la presenza di due testimoni, dall'altro prevede anche le convivenze di fatto per le quali serve semplicemente avere la stessa residenza.
"Così - avrebbe spiegato Bonafede ai colleghi - uno studente universitario potrebbe addirittura ritrovarsi a pagare gli alimenti. Inoltre va garantito uno spazio di libertà in cui due persone che convivono e che hanno deciso di non sposarsi non devono essere obbligate agli alimenti in caso di separazione". In assemblea, si racconta dal clima sereno, non c'è stato alcun voto. Ma i 5 Stelle torneranno a riunirsi presto sul tema.