Il leader di Italia Viva: "Nessun motivo politico per rompere, ora chiedo di a Iv di non alimentare le polemiche". Calenda a Repubblica: "Credevo ingenuamente che Renzi facesse passo di lato"
Sul Terzo Polo "non c'è nessun elemento per rompere, Carlo ci ha fatto sapere via stampa che il partito unico era morto, inutile rinfacciarsi le responsabilità, mi spiace solo che non ci sia stato un motivo politico". Così Matteo Renzi, a Radio Leopolda, dopo la rottura con Carlo Calenda sul partito unico, ribadendo "che di più non potevo fare".
"Se ci fosse stato motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione, sul Conte due c'era ad esempio una divisione politica" oggi "non voglio alimentare la polemica ho fatto solo un tweet con l'appello a non rompere", ha detto ancora Renzi, continuando: "Ora chiedo a Italia Viva di non alimentare le polemiche, Calenda non vuol fare il partito unico, ma quello spazio politico esiste, quello della politica contro i populismi e i sovranismi".
"Noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, soprattutto sui territori dico nessun fallo di reazione contro Azione. Sui gruppi parlamentari siamo disposti a lavorare assieme", spiega, continuando: "Mi amareggia l'attacco personale nei miei confronti, ma andiamo avanti. Rilanceremo le nostre iniziative, dove si può uniamo".
"Ci vuole il passo del maratoneta, siamo molto dispiaciuti, ma si riparte", ha detto ancora il leader Iv. "Se io decido che non faccio più la Leopolda mi rincorrono gli amici che vogliono quello spazio di libertà, sui soldi avevamo detto di fare 50 e 50...", dice poi ribattendo alle accuse di Azione. "Abbiamo dato la disponibilità a sciogliere Italia Viva al 30 ottobre, di più non potevamo fare...", assicura.
"Abbiamo fatto di tutto per non far saltare il giochino, a fine dicembre c'era stata tensione sul nome del simbolo in Lombardia e Lazio, una cosa che non era uscita sui giornali", ha poi rivelato.
CALENDA - "Credevo che si potesse fare il partito unico e ingenuamente che Renzi facesse un passo di lato, dato che guadagna due milioni in giro per il mondo", ha intanto spiegato Calenda stamane intervistato da Repubblica, ribadendo la sua versione sulla rottura con Italia Viva. "La verità è che Renzi strutturalmente non può fare un passo di lato. Si è visto dopo il referendum", ricorda il leader di Azione e presidente del Terzo polo. "Quando a dicembre si è ripreso il 100% di Iv - ricostruisce - . L'ho chiamato e mi ha detto: stai sereno. È uno che se non stai attento ti si 'magna'. Ma io sono un boccone indigesto". "Qualcuno me lo aveva detto che dovevo stare attento - rivela -. Ma non credo sia stato un errore allearci alle politiche. Anche perché io non ero sicuro di avere le firme". Calenda definisce Renzi "uno pirotecnico, che ne fa una al giorno, come si è visto col Riformista".
Per ora l'alleanza parlamentare, i gruppi assieme in Camera e Senato non si romperanno: "Spero che continuino a esistere" perché "sui temi, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Con Rosato, Bonetti, Marattin". "Il nostro cantiere sarà aperto - fa sapere - . Il partito nuovo lo faremo lo stesso. Con i libdem europei, con i popolari". "Sentirò gli organismi di +Europa - conclude -. Il nostro progetto in teoria era aperto anche a loro, dall'inizio".