Bruxelles: "Finanziamenti a rischio"
La Commissione Europea sarebbe pronta a mandare al governo italiano una lettera per ricordare gli impegni che l'Italia ha assunto in relazione alla Tav Torino-Lione. Lo si apprende da fonti europee. Non è ancora chiaro se la missiva, che inizialmente era attesa per oggi, sarà scritta dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oppure dalla commissaria ai Trasporti Violeta Bulc al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma dovrebbe ribadire le conseguenze finanziarie cui l'Italia andrebbe incontro se dovesse decidere di non realizzare l'infrastruttura, a partire dai 300 mln di fondi che andranno perduti se non verranno indetti i bandi che riguardano i lavori del tunnel di base e che il cda di Telt ha deciso di rinviare il mese scorso.
La Commissione ha fretta anche perché i fondi Ue che il nostro Paese potrebbe perdere devono essere allocati rapidamente ad altri progetti, altrimenti la Dg Move, competente sulla materia, perderebbe quelle risorse, che tornerebbero nel bilancio europeo. I costi totali della Torino-Lione ammontano a 8,6 mld di euro, con la maggior parte degli investimenti necessari (6,7 mld) che rientrerà nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-27. I costi coperti nell'attuale accordo di finanziamento ammontano a 1,9 mld (l'Ue cofinanzia per 813,8 mln); una parte di questi fondi potrebbe dover essere restituita. Sull'ammontare che l'Italia potrebbe perdere la Commissione, che dall'autunno scorso ripete che l'Italia rischia di perdere i fondi Ue (l'opera è cofinanziata al 40% dall'Unione, quota che nel prossimo settennato potrebbe salire al 50%), non ha finora mai fatto cifre precise.
Per l'eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini, membro della Commissione Trasporti, se l'Italia sceglierà di non realizzare la Tav Torino-Lione, perderà circa 1,8 mld di euro di fondi Ue, tra quelli già ricevuti nel settennato in corso dell'Mff, il bilancio pluriennale dell'Unione, e quelli che dovrebbe ricevere nel prossimo settennato. A questi fondi, che sono il cofinanziamento Ue, al 40%, dell'infrastruttura, vanno aggiunti i danni, ad oggi non quantificabili, che l'Italia dovrà pagare alla Francia, socia della Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin, joint venture paritetica tra le Fs e lo Stato francese). Secondo il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, a far causa all'Italia potrebbero essere anche altri Paesi che hanno realizzato opere collegate alla Torino-Lione, che fa parte di un corridoio transeuropeo Ten-T.