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Sardine

Santori: "Salvini bollito, Zaia ha battuto uno zombie"

Il leader delle Sardine all'Adnkronos: "Ma in Toscana qualcuno ha perso tempo a parlare di nomi e seggi"

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23 settembre 2020 | 12.25
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di Francesco Saita

"Che Salvini fosse bollito lo diciamo da novembre 2019, Zaia ha battuto uno zombie, ma il governatore veneto non è meno spregiudicato dell'ex ministro dell'Interno". Il leader delle Sardine, Mattia Santori, intervistato dall'AdnKronos, inquadra così il voto delle scorse regionali, guardando in particolare a quanto avvenuto in Toscana e Veneto. Santori guarda avanti: "Sulla Toscana ci sarebbe tanto da analizzare, quando ti muovi sul campo, e noi lo abbiamo fatto, percepisci chi ci sta davvero mettendo anima e cuore e chi invece perde tempo a parlare di nomi, seggi e strategie elettorali".

"La Toscana - avverte - rischia di finire come le Marche, dove per troppo tempo si è smesso di rinnovare e si è data per certa la fiducia degli elettori". "Per fortuna ci sono buoni punti da cui ripartire, come l’elezione di Iacopo Melio, che rappresenta una rottura vincente", aggiunge il bolognese, riferendosi al giovane consigliere, scrittore e attivista per le battaglie sui diritti umani che ha raccolto oltre 11mila preferenze a Firenze.

Poi il leader del movimento, nato nel novembre del 2019 in Emilia Romagna, risponde a una domanda sul dualismo, in Lega, tra Luca Zaia, che in Veneto si afferma con consenso plebiscitario e Matteo Salvini: "Zaia batte uno zombie", dice subito Santori. "Salvini - per la sardina - a furia di girare l’Italia promettendo 'prima voi' ha fatto venire il dubbio a chi pensava veramente di essere il primo". "Ma Zaia - avverte - non è meglio di Salvini, è più intelligente e più credibile ma ugualmente spregiudicato nel manipolare il consenso. Si è saputo difendere bene e, purtroppo, Lorenzoni non ha avuto sostegno da chi lo ha candidato".

Per Santori, l'esito del voto referendario "da una parte conferma come tanti elettori del centrosinistra siano senza una casa, dall’altra parte certifica lo scollamento tra la politica partitica e i cittadini. Sapevamo che sarebbe stata una strada in salita ma, intanto, abbiamo quasi otto milioni di persone che valutano con sospetto un’operazione che puzza di ipocrisia e semplificazione", fa il punto con l'Adnkronos dopo la vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari.

"Per noi il lavoro duro inizia adesso - sottolinea il bolognese - . La Taverna ci ha detto che non assicura riforme e correttivi prima di Natale, Zingaretti dice il contrario. Vogliamo vedere dove sta la verità e rimanere vigili perché con la democrazia non si scherza. A partire dalla legge elettorale su cui siamo pronti a batterci, specie se rimarranno i listini bloccati". "Sappiamo tutti che la lotta è stata impari: da un parte la quasi totalità dei partiti, anni di retorica populista e un sistema mediatico nettamente schierato per il Sì, come testimonia la delibera Agcom. Nonostante questo, quasi otto milioni di persone hanno optato per il No, dando un’immagine plastica dello scollamento tra partiti ed elettori", conclude il fondatore delle Sardine.

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