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Sanzioni Russia, Salvini: "Temo alimentino la guerra"

Il leader della Lega al Meeting di Rimini: "Valutare l'utilità dello strumento"

Sanzioni Russia, Salvini:
23 agosto 2022 | 12.41
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"Non vorrei che le nostre sanzioni stessero alimentando la guerra, a Bruxelles mi auguro che qualcuno stia facendo questi ragionamenti. Guardiamo i numeri: le sanzioni colpiscono più i Paesi sanzionatori che la Russia sanzionata". E' quanto sostiene il leader leghista Matteo Salvini, nelle dichiarazioni che precedono il suo intervento al Meeting di Rimini, esortando a "valutare l'utilità dello strumento" e ricordando comunque che "la Lega finora ha sempre approvato tutto, in Italia e in Europa. Il governo Lega-centrodestra farà quello che gli altri paesi liberi, democratici, occidentali stanno facendo e faranno. Comunque vadano le elezioni, la collocazione internazionale dell'Italia non si discute: tra la democrazia e altri modelli, la scelta è ovvia". "Sulle sanzioni, guardiamo i numeri. Le sanzioni teoricamente dovrebbero colpire il sanzionato e costringerlo a fermarsi. I numeri della Banche centrali ci dicono che nei primi 6 mesi di quest'anno è successo l'esatto contrario", prosegue. "L'avanzo commerciale della Russia nei primi 6 mesi di quest'anno è di 70 miliardi di dollari: è il primo caso nella storia della storia in cui il sanzionato ci guadagna... Io chiedo semplicemente di valutare l'utilità di questo strumento. Se funziona, andiamo avanti. Se funziona al contrario e la Russia vende di più a maggior prezzo mentre noi esportiamo meno, rischiamo di andare avanti 10 anni... Uno strumento che doveva servire a dissuadere Putin e la Russia dal proseguire l'attacco, numeri alla mano si sta dimostrando uno strumento che favorisce quell'economia: non vorrei che le nostre sanzioni stessero alimentando la guerra, a Bruxelles mi auguro che qualcuno stia facendo questi ragionamenti. Se uno strumento -ribadisce- deve servire a fermare la guerra e invece nei numeri pare che alimenti la guerra, conto che a Bruxelles qualcuno se ne renda conto".

Il leader leghista torna poi sulle polemiche scatenate dalla condivisione del video dello stupro di Piacenza da parte della leader di FdI, Giorgia Meloni. "Il problema non è il video ma lo stupro. Ci si preoccupi - esorta Salvini - dei reati e delle violenze in aumento, non dei tweet: le polemiche sono superflue. Per noi, la priorità è il lavoro, altri preferiscono parlare di fascismo e di razzismo oppure di Unione Sovietica...".

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