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Regionali, 16 'impresentabili'. C'è anche De Luca, cancellato Iacolare

La presidente della Commissione: "Non utilizzo le istituzioni per fini politici". Il premier: "Sulla legalità non facciamo sconti" Bufera nel Pd, tutti contro Rosy

Matteo Renzi (Infophoto)
Matteo Renzi (Infophoto)
29 maggio 2015 | 14.28
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Gli 'impresentabili' sono 16 e non 17. Il nominativo di Biagio Iacolare, candidato in Campania per l'Udc nelle imminenti Regionali , inizialmente inserito nella lista "nella sezione relativa ai casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente va cancellato", precisa la Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.

Nell'elenco spicca Vincenzo De Luca, candidato del Pd in Campania. Dagli atti trasmessi dal procuratore della Repubblica di Salerno risulta che pende un giudizio a carico di De Luca in un procedimento del 2002 per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con "condotta in corso" e altri reati come abuso d'ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere. La prossima udienza è fissata per il prossimo 23 giugno.

Sulla vicenda De Luca, "mi fa molto male una cosa: che si utilizzi la vicenda dell'antimafia per una discussione tutta interna, per regolare conti interni a partiti. L'antimafia non può essere utilizzata in modo strumentale, tutti si devono riconoscere nell'antimafia", dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo ad Ancona per la chiusura della campagna elettorale nelle Marche.

''Tornano i processi in piazza'', attacca il Partito democratico, mettendo la presidente Bindi nel mirino. "E' evidente che questa campagna di aggressione che sarebbe stata eccessiva anche per Totò Riina, ha un solo obiettivo: cercare di mettere in difficoltà il Governo nazionale e Renzi", dice De Luca. "Comincio a immaginare di essere diventato importante - aggiunge-. Sono partito come modesto artigiano della politica e mi ritrovo al centro del mondo. Questa cosa comincia perfino a gratificarmi". Secondo De Luca "c'è un uso strumentale della mia persona, l'aggressione vera è al segretario del partito". Il candidato, come riferisce il suo ufficio stampa, intende denunciare Bindi per diffamazione. "Le manderò un ringraziamento per i centomila voti che mi fa guadagnare", aggiunge lui.

I 16 nomi individuati dalla Commissione Antimafia in relazione al Codice di autoregolamentazione dei partiti per le candidature: Antonio Agostino Ambrosio, Luciano Passariello; Fabio Ladisa; Sergio Nappi; Vincenzo De Luca; Fernando Errico; Alessandrina Lonardo; Francesco Plaitano; Antonio Scalzone; Raffaele Viscardi; Domenico Elefante; Enzo Palmisano; Giovanni Copertino; Massimiliano Oggiano; Carmela Grimaldi; Alberico Gambino.

"Nessuna ingerenza nella campagna elettorale, abbiamo solo fornito una fotografia per informare i cittadini della qualità della classe politica che vanno a votare", dice più volte Bindi, durante la conferenza stampa convocata per illustrare la lista. "Noi abbiamo scattato una fotografia -aggiunge- abbiamo utilizzato dati pubblici ma non accessibili ai cittadini. Rientra nella nostra missione, e se non lo avessimo fatto ce ne avrebbero chiesto il perchè". Sono stati passati al vaglio i dati di 4mila candidati, sintetizza, e sono state interrogate tutte le banche dati del Paese. Si è dovuto ricostruire a che punto erano i vari procedimenti a carico dei candidati. "Possiamo dire di essere stati completi al cento per cento? -dice Bindi- la perfezione non è di questo mondo ma sicuramente questo è il lavoro più accurato possibile e sicuramente più accurato delle liste di proscrizione uscite negli ultimi tempi sui giornali". "L'attività non finisce qui ma continueremo a prendere in esame i candidati sindaci e consiglieri comunali", nelle prossime tornate amministrative.

"Nessuna autoreferenzialità nel nostro lavoro, se non lo avessimo fatto saremmo stati inadempienti", afferma poi rispondendo a distanza all'accusa di "autoreferenzialità" lanciata da Matteo Renzi sul lavoro svolto fino ad oggi dalla Commissione. "Avrebbero potuto dirci -continua Bindi- 'che ci state a fare?'. L'Antimafia viene istituita a ogni legislatura e a ogni legislatura viene tarata sulle necessità del momento storico. In questa legislatura avevamo anche questo compito".

Quello della Commissione Antiimafia, sottolinea più tardi Bindi, "è stato un impegno esclusivamente istituzionale, condiviso dall’Ufficio di presidenza, allargato ai capigruppo e che fino a ieri è stato apprezzato dal Pd, e che peraltro ha confermato che le liste del partito sono in regola". "Ed ora -dice- solo perché il nome di un candidato, la cui condizione era da tempo conosciuta da tutti e rilanciata da tutti i mezzi d’informazione, ci si indigna contro il lavoro della Commissione e della sua presidente. Giudicheranno gli italiani chi davvero usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io".

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