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Quirinale, la rinuncia del Cav: ora la rosa del centrodestra

Ieri la nota di Berlusconi al vertice di centrodestra via Zoom, da oggi si pensa ai 'quirinabili'

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23 gennaio 2022 | 09.50
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Quirinale, alla fine la rinuncia del Cav. L'annuncio arriva ieri attraverso una nota, con Silvio Berlusconi che, "ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale", e dopo una lunga riflessione, scioglie la riserva ritirandosi dalla corsa al Colle. Un "atto di responsabilità nazionale", spiega il leader di Forza Italia, perché "l'Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione". Assente al vertice di centrodestra di ieri via Zoom, il Cav ha fatto annunciare il 'passo indietro' dalla fedelissima Licia Ronzulli, che si è collega al suo posto. Forza Italia ora farà una proposta condivisa con tutta la coalizione indicando un nome che sia all'altezza della situazione, avrebbe assicurato l'ex premier. Ma intanto Draghi deve completare l'opera e restare a Palazzo Chigi, la comunicazione del leader azzurro.

Dal vertice non è uscito nessun candidato per il Colle, come era prevedibile. Secondo quanto riferito da vari partecipanti al summit non sarebbe stato fatto nessun nome, ma l'orientamento è quello di iniziare a confrontarsi già da oggi su una rosa di quirinabili. Come confermato nella tarda serata di ieri da una nota di Matteo Salvini, che nel giro di telefonate ai leader dei partiti della maggioranza avrebbe assicurato che ''il centrodestra lavora a una rosa di nomi, tutti di alto profilo". A quanto si apprende, i leader della coalizione si sono aggiornati a oggi: prima si sentiranno al telefono e poi dovrebbero vedersi di nuovo, ma stavolta in 'presenza' per fare il punto e valutare, per poi selezionare i 'petali' di questa rosa.

LA NOTA SULLA RINUNCIA

''Ho verificato l'esistenza di numeri sufficienti'' per andare al Colle, ma dopo una lunga riflessione con i ''miei familiari'' e i dirigenti di Fi sulla mia candidatura ho deciso di fare un gesto di ''responsabilità nazionale'' e ritirarmi dalla corsa quirinalizia. Così Berlusconi nella lunga nota letta dalla senatrice Ronzulli.

''Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra - dice il Cav - ho verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione. E’ un’indicazione che mi ha onorato e commosso: la presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l’Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent’anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze".

"Nello stesso spirito - sottolinea - ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale, ho riflettuto molto, con i miei familiari ed i dirigenti del mio movimento politico, sulla proposta ricevuta". Da qui la scelta di rinunciare alla corsa. ''Ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la presidenza della Repubblica".

Dopo la rinuncia al Colle ''continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi" scrive Berlusconi nella nota letta al vertice di centrodestra.

"Da oggi lavoreremo quindi con i leader del centro-destra - che rappresenta la maggioranza nel Paese ed a cui spetta l’onere della proposta - per concordare un nome in grado di raccogliere un consenso vasto in Parlamento. Occorre individuare una figura capace di rappresentare con la necessaria autorevolezza la Nazione nel mondo e di essere garante delle scelte fondamentali del nostro Paese nello scenario internazionale, l’opzione europea e quella atlantica, sempre complementari e mai contrapponibili, essenziali per garantire la pace e la sicurezza e rispondere alle sfide globali".

“Scelta decisiva e fondamentale" afferma il leader della Lega Matteo Salvini, dopo la decisione del Cavaliere. "Berlusconi rende un grande servizio all’Italia e al Centrodestra, che ora avrà l’onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra” dice Salvini.

"Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità di Silvio Berlusconi, che a seguito della verifica che si era riservato di fare per accertare le effettive possibilità di elezione, ha rinunciato a offrire la sua disponibilità alla candidatura a Presidente della Repubblica", si legge in una nota di Fratelli d'Italia.

L'ASSENZA DEL CAV: LA REAZIONE AZZURRA

L'immagine di Forza Italia al vertice 'on line' di centrodestra con l'assenza ingombrante di Berlusconi e Licia Ronzulli che annuncia al suo posto il ritiro dalla corsa al Colle leggendo una nota con a fianco in silenzio il numero due azzurro, Antonio Tajani, ha colpito molti. E' sembrata la rappresentazione plastica di un leader che non aveva nessuna intenzione di mollare e per questo avrebbe scelto di non collegarsi da remoto e metterci la faccia. Raccontano fonti azzurre, infatti, che sia un po' amareggiato e giù di morale per come sia andata a finire, perché stavolta ci credeva davvero alla possibilità di salire al Colle.

Non a caso, ha voluto che nel suo comunicato fosse messo nero su bianco quanto fatto di buono in questi giorni di scouting a 360 gradi: ''Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra verificato l'esistenza di numeri sufficienti per l'elezione''. Un modo per dire che i voti extra sarebbero usciti, eccome, il problema se mai era il 'fuoco amico'. Ma poi, dopo una lunga riflessione con i familiari e i dirigenti forzisti, l'ex premier spiega di aver preferito, per il bene del Paese e garantire l'unità in questo momento, di fare un "altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare" ad indicare il suo nome per la presidenza della Repubblica.

A fine serata, il coro unanime tra gli azzurri, soprattutto dei big, dai capigruppo ai ministri, è stato: ''Berlusconi ancora una volta ha dimostrato di essere uno statista, un vero uomo di Stato''. Ma qualche malumore dentro il partito c'è, specialmente da parte di chi si chiede: ''Se il Cav aveva i voti per farcela come lui stesso scrive, perché ha dovuto ritirarsi?''.

'Parla', insomma, molto più di qualunque altra cosa la sua mancanza al summit decisivo della coalizione da lui fondata. C'è chi teme, infatti, che dietro la rinuncia ci siano state forte pressioni per evitare che gli alleati si assumessero la responsabilità di un mancato sostegno in Aula. E c'è chi si spinge oltre e parla di un Berlusconi che appare commissariato, con Fi sempre di più a ruota della Lega salviniana.

Allo stato, sono solo due gli esponenti forzisti che hanno espresso apertis verbis il rammarico per come è andata a finire: l'ex Dc e berlusconiano della prima ora, il vicepresidente di Fi alla Camera, Gianfranco Rotondi, che si è limitato a un laconico ''non condivido la decisione di Berlusconi'' e l'ex responsabile tv del partito, Andrea Ruggieri, che si dice ''dispiaciutissimo per Berlusconi, e sorpreso dal suo gesto di generosità, perché resto convinto dell'estrema bontà di una sua eventuale candidatura a rappresentare l'unità di una nazione che ha già spesso declinato in concreto".

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