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Pd, Elly Schlein: "Voglio diventare nuova segretaria"

Lanciando la sua candidatura: "Non siamo qui per resa conti ma per nuovo Partito democratico"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
04 dicembre 2022 | 12.44
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"Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro. Costruiamo insieme questa candidatura per dimostrare che posso diventare la nuova segretaria del Pd: ci sto, ma facciamolo insieme". Così Elly Schlein, annuncia la sua candidatura per la guida del Pd, mentre la platea raccolta al Monk di Roma intona 'Bella ciao'.

Nelle sue parole, risuona forte l'appello all'unità, contro le correnti che animano e dividono il partito. "Chi arriva da oggi arriva alla pari, nessuno venga con l'idea di condizionare: venite liberi o non venite affatto". L'obiettivo è "scalzare le dinamiche di cooptazione correntizie", "io -rivendica - ho rifiutato da sempre la logica di cooptazione, se le accettassi oggi sarei fessa. Siamo qui non per creare una nuovo corrente ma per superarle, mischiando le nostre storie, anche di chi la pensa diversamente. Siamo un'onda, non una corrente e su questo anche il mio nome la dice lunga: non ci saranno mai gli 'schleiniani'".

"Serve cambiare questo Pd, insieme ai compagni che lo hanno amato nonostante le difficoltà. Ricostruire un partito radicato tra la gente" che dia "risposte ai bisogni delle persone. Siamo qui per ascoltarvi e ricostruire insieme", ha detto Schlein che in un passaggio ha ringraziato le "militanti delle feste dell'unità che mi hanno insegnato anche a friggere. Io mi rimetto in viaggio, da domani con lo zaino in spalla per attraversare il Paese, a partire dai circoli". E ricordando che "il mondo non finisce con le primarie, perché anche il giorno dopo bisognerà continuare a cambiare".

"Oggi serve cosa nuova, quello che siamo stati fin qui non basta, non sprechiamo l'occasione di questa fase costituente", per "coniugare unità con visione, far pesare di più la base. Facciamo questo percorso insieme, spalla a spalla", per "offrire un'alternativa alla peggiore destra di sempre", "superando le contraddizioni, gli errori, i tatticismi e i personalismi per potere cambiare in meglio. Dobbiamo essere un ponte tra le energie migliori, che ci sono nel Pd, e tra chi vuole ritrovare un luogo che a lungo ha sentito smarrito".

"Non siamo qui per una resa dei conti identitaria, ma per un nuovo Partito democratico" perché "qualcosa non ha funzionata. Affolliamola, riempiamola di idee questa fase costituente", ha detto ancora. "Vogliamo far partire un percorso collettivo plurale che porti un contributo alla costruzione di un nuovo Pd, e questo senza esclusioni. Il nostro noi non è escludente, chi arriva oggi arriva alla pari", ha assicurato.

"Rispondo anche a chi, come Renzi, non meriterebbe una risposta, quando dice che ci ha messo lui in Parlamento. Per quanto mi riguarda in Parlamento mi ci hanno messo 53mila preferenze. A Renzi va un altro merito, di aver spinto me e tanti altri fuori del Pd con le sue scelte arroganti, la sua guida scellerata", "umiliando chiunque avesse un'idea diversa. Renzi ha lasciato macerie e se ne è andato a fare altro, non capisco perché debba dire lui al Pd quello che deve fare", mentre "già ammicca al governo", ha affermato Schlein aggiungendo che "non è sano" sostenere che "mi occupo solo di diritti civili, e questo solo per il mio orientamento sessuale: non è sano".

Quanto al governo attuale, "non ce ne facciamo niente di una premier donna che non difende le donne, a partire dal loro corpo". "Se Giorgia Meloni vuole aiutare le donne - incalza dopo averla attaccata su opzione donna - perché non approva un congedo paritario di mesi, come in Spagna e in Finlandia? Quella sì che è una misura che aiuta le donne".

"In poche settimane questo governo ha mostrato il volto peggiore dell'ideologia della destra nazionalista", con la norma anti-rave "che hanno dovuto riscrivere", la "crudeltà di bloccare le persone in mezzo al mare salvo poi accorgersi che non si può fare", con "l'attacco al rdc", con "ministri inadeguati" e "una bella manovra contro i poveri" fondata su "una redistribuzione al contrario, verso l'alto, e che premia gli evasori", ha sottolineato.

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