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Pd, Schlein: "No rischio scissione se vinco, serve coerenza per essere credibili"

L'esponente dem: "Con Bonaccini ottimo rapporto, gli faccio in bocca al lupo". E annuncia la "disponibilità a condividere un percorso per le primarie"

(Fotogramma)
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02 dicembre 2022 | 21.18
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"Non penso che ci sia un rischio di scissione se dovessi vincere, è un messaggio sbagliato. Se saremo in campo ci resteremo qualunque sia l'esito del Congresso. Ci serve coerenza per essere credibili con le persone". Così Elly Schlein (PD), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, rivelando che "domenica annunceremo un percorso collettivo, una visione che vogliamo costruire assieme. Io darò la mia disponibilità ad andare avanti nel Congresso del Partito Democratico".

"Chi mi sostiene dentro al Partito lo saprò se mi candiderò - ha aggiunto l’esponente dem - Ho visto molto circolare queste cose nei giornali ma il mio appello è rivolto alla base e agli elettori delusi. Sono riuscita a sopravvivere finora evitando queste logiche di cooptazione, non ho intenzione di riproporle".

"Con Bonaccini abbiamo un ottimo rapporto, di stima reciproca e abbiamo lavorato bene assieme. Le nostre distanze emergeranno da questo bellissimo percorso congressuale ma gli voglio fare un in bocca al lupo". Secondo Schlein "prima dobbiamo ricostruire l'identità politica del partito e poi parleremo di alleanze. Ho sempre lavorato per costruire le alleanze sul territorio ed ovviamente quando parleremo di lavoro ci saranno molti punti di contatto con il Movimento 5 Stelle".

"Io mi considero di sinistra, ecologista, femminista e sarò attenta a creare una squadra. Perché bisogna anche cambiare il modello di leadership, non ha funzionato quella dell'uomo solo al comando, né funzionerebbe la donna sola al comando ma serve una squadra. Serve un gruppo dirigente che faccia un cambio generazionale e di genere. La Meloni è un modello che non vuole proporre pluralità, e non tutte le leadership femminili sono femministe". "Io e Meloni siamo agli antipodi. Il governo non parla mai di disuguaglianze né di precarietà. Lo slogan Dio, padre e famiglia è uno slogan nazionalista che sarebbe da abbandonare perché sta facendo grandi danni in Europa", ha spiegato.

"Questa manovra è contro i poveri. Io sono europeista ma penso che il patto di stabilità vada cambiato. Il Next generation EU va nella giusta direzione. Voglio vedere se questo governo sosterrà il cambio del patto di stabilità". "Ci sono tre grandi buchi del discorso di Meloni alla Camera e nell'azione di questo governo ma sono proprio quelli che servono al Paese: la riduzione delle diseguaglianze sociali - come la proposta sbagliata dell'autonomia differenziata - le diseguaglianze di genere e il clima, che sono tutte legate tra loro. Chi oggi paga il prezzo dell'energia sono sempre i più poveri".

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