E su Rousseau "non ho votato perché chi mi ha posto il quesito ha offeso la mia intelligenza"
Si dice "deluso" dal M5S, al quale è iscritto da molti anni, ma di non volere abbandonare perché "cambiare squadra è da meschini". E' lo sfogo di Giampiero Trizzino, deputato regionale del M5S in Sicilia e responsabile Ambiente nazionale del movimento. Su Rousseau "ho scelto di non votare, non per protesta o per chissà quale arcano motivo. Non ho votato perché chi mi ha posto il quesito ha offeso la mia intelligenza. Ed io non permetto a nessuno di offendere la mia intelligenza, tantomeno al M5S. Anche uno stupido avrebbe capito che il quesito era una palese circonvenzione. Un tentativo (nemmeno tanto elaborato) di orientare il voto, di indurre ad una risposta", dice. "E nel gergo processuale queste domande vengono definite “capziose” o “suggestive” e sono vietate. Perché possono nuocere alla sincerità delle risposte", dice.
"Non mi dilungo nemmeno sulla serie infinita di endorsement dei portavoce, sia da un lato che dall’altro. Basta leggere il regolamento del M5S per capire che non è consentito", aggiunge.
"Passiamo alla lista dei Ministri - dice Trizzino - Mi stupisco di coloro che hanno votato “SÌ” e poi hanno gridato allo scandalo quando hanno trovato, ad esempio, i nomi di Garavaglia (Lega) al turismo o della Carfagna (Fi) alle politiche per il Sud. Ma cosa si aspettavano, che Salvini o Berlusconi davano la fiducia gratis?".
"Non mi stupisco invece di avere avuto ragione quando sostenevo che il Ministero per la “Transizione ecologica” non è altro che il Ministero dell’ambiente con la targhetta nuova - aggiunge Trizzino - Se così non fosse, non ci saremmo trovati nella lista dei ministri quello dello Sviluppo economico (che è finito alla Lega) e quello delle Infrastrutture (nelle mani di un uomo di fiducia di Draghi)". E ancora: "Nel mio lungo post (di due giorni fa ndr) avevo spiegato che un Dipartimento per la "Transizione ecologica" già esiste e che accorpare tre ministeri (Ambiente, Infrastrutture e Sviluppo economico), per quanto possa essere una idea potenzialmente vincente, non si fa in un paio di settimane".
"Fondere tre ministeri di quella dimensione, non si fa cambiando il nome al Ministero dell’ambiente - dice - Ci sono almeno 40 leggi da modificare, per non parlare del mastodontico Codice dell’ambiente, che andrebbe praticamente riscritto".
"E poi, ammesso che tutto questo si possa fare prima della fine della Legislatura, siete davvero convinti che Giorgetti (Lega), cederà il suo Ministero? Ma davvero ne siete convinti? Tutto quanto premesso per dire una cosa. Il M5S ha fatto una scelta e come ha sempre fatto, sono certo se ne assumerà le conseguenze". "Nonostante oggi io sia molto deluso, non abbandonerò il M5S. E non lo abbandono perché cambiare squadra quando perde è da meschini". "Ma stare in silenzio quando sbaglia, è da codardi", conclude.