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Il Trota: "Affari a Mosca? Fermi ma guerra non c'entra, covid bloccato tutto"

Resil srl, società di cui il figlio Senatur è amministratore unico resta attiva

Il Trota:
04 marzo 2022 | 18.47
LETTURA: 4 minuti

"Non lavoro più con la Russia da due anni, è stato il covid a bloccare tutto...". Renzo Bossi, ha ancora in tasca il suo biglietto da visita in cirillico, con il nome della sua società di import-export, la Resil srl. Raggiunto dall'AdnKronos il secondogenito del fondatore della Lega Umberto Bossi, ricorda i tempi dei selfie in piazza Rossa e delle tante trasferte 'oltre-cortina': "Ho lavorato - dice con riferimento al biennio 2018-2019 - per circa due anni nel paese di Putin, andando avanti e indietro dalla Russia, principalmente a Mosca" dove mi sono occupato dello "sviluppo di progetti nel settore alimentare, soprattutto per il know-how nella trasformazione casearia, settore che in Italia con la mia attività agricola seguo da 10 anni".

Ora c'è anche la guerra. Ma di questo il Trota non parla: "La mia attività - sottolinea - nulla ha a che fare con quanto sta succedendo tra Russia e Ucraina". Oggi Bossi junior ha nel Varesotto una sua azienda agricola, che gestisce con il fratello Roberto Libertà, terzogenito del Senatur, la 'Tera Nostra', dove alleva capre, maiali, polli e conigli, e produce formaggi e salumi. Definita sul sito internet "una piccola azienda agricola nata nel comune di Brenta in provincia di Varese tra i boschi delle prealpi Lombarde ed il lago Maggiore" in stile padano.

Ma Mosca - e anche Sofia e altre capitali dell'Est - sono state per anni mete dell'ex consigliere regionale al Pirellone, finito alle cronache anche per una tesi ottenuta a Tirana, in Albania. E la Russia resta in cima ai suoi pensieri (e ai suoi tantissimi scatti dalla capitale finiti sui suoi profili social): "Posso dire per esperienza diretta di aver visto un paese interessato ad aumentare la qualità della produzione interna, motivo della sempre più alta richiesta dell'esperienza e know-how italiano". Poi la pandemia ha complicato tutto: "Come tante altre aziende italiane da oltre due anni non sto lavorando in Russia per tutte le difficoltà causate dal virus Covid e da tutte le regole imposte per esso", ribadisce.

Per la sua azienda di import-export attivo di oltre 33mila euro

La Resil Srl, la sua società che faceva affari con Mosca resta però attiva: "Da Milano verso il mondo, Regno Unito, Argentina, Russia e molti altri, Resil srl in quasi 7 anni, si è affacciata alla scoperta di molti paesi nel mondo, costruendo relazioni commerciali interessate alla qualità dei prodotti italiani", è il messaggio che campeggia tuttora nella home page del sito internet. Un rapporto stretto, quello del rampollo del fondatore della Lega con la capitale del regno di Putin, testimoniata (anche) dalla scelta di stampare il proprio biglietto da visita in doppia versione: lingua italiana e versione in cirillico, con tanto di cellulare russo, che accompagnano il nome del 'founder e Ceo' della Resil srl, società di cui è amministratore unico.

Consultando le carte dell'azienda, visionate dall'AdnKronos, La Resil, nata il 10 dicembre 2014 (data dell'atto costitutivo mentre l'iscrizione all'albo delle aziende è di due giorni dopo), è operativa dal 20 marzo 2015 e fa parte della categoria delle micro-imprese (che beneficiano di agevolazioni fiscali). Sfogliando poi l'ultimo bilancio depositato, relativo all'esercizio del 2019, l'azienda di Bossi Junior ha i conti in attivo con un utile d'esercizio di oltre 33mila euro. Resil che ha sede a Milano, ha un capitale iniziale versato di tremila euro, un unico socio, ed è regolarmente iscritta al Registro delle imprese (Ri) e al Repertorio delle notizie economiche e amministrative (Rea).

Oggi la Resil presenta un "valore della produzione" di 33mila 281 euro rispetto ai 9mila 254 euro iniziali del 2015 e svolge prevalentemente "servizi di consulenza amministrativa, finanziaria e marketing'', la ''promozione commerciale di prodotti e servizi in Italia e all'estero'' e ''attività di import-export".

Per Resil quasi 80mila euro di crediti - 'virus problema, ma non ha determinato incertezze' in azienda

La startup "rispetta i requisiti previsti per le micro-imprese, in quanto per due esercizi consecutivi non ha superato due dei seguenti limiti: totale dell'attivo dello stato patrimoniale di 175mila euro; ricavi delle vendite e delle prestazioni di 350mila euro; dipendenti occupati in media durante l'esercizio 5 unità". Secondo il verbale dell'assemblea ordinaria del 28 dicembre 2020, allegato al rendiconto, Bossi junior ha chiesto e ottenuto di "destinare l'utile conseguito, pari a 33mila 281 euro alla riserva straordinaria, previo accantonamento del 5% alla riserva ordinaria".

Carte alla mano, la 'Resil srl' ha un totale attivo di 86.081 euro e un totale passivo identico; totale crediti per 77.549 euro (erano 13mila circa nel 2018), disponibilità liquide per appena 1156 euro e debiti per 31.840 euro. A bilancio si sottolinea poi come "la prosecuzione dell'attività durante la pandemia da Covid-19 ha comunque impattato negativamente nel bilancio dell'azienda ma non figurano condizioni di incertezza significative e preesistenti al 23/02/2020".

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