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Governo Draghi, dilemma Rousseau per il M5S

Per Crimi il voto sarebbe un'opzione primaria. E la base grillina ribolle

Adnkronos
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08 febbraio 2021 | 14.41
LETTURA: 3 minuti

Draghi sì o no? I vertici del Movimento 5 Stelle hanno già deciso: il M5S ci sarà, con lealtà, per difendere i suoi temi e le sue battaglie sociali. Ma l'ipotesi di un voto sulla piattaforma Rousseau per dare il via libera all'ingresso dei grillini nella nuova maggioranza sta creando non pochi grattacapi ai pentastellati. "Con il voto su Rousseau il Movimento rischia di esplodere", ipotizza un deputato, spiegando che "ormai la maggioranza degli eletti vede la piattaforma come un'entità astratta totalmente slegata dalla vita del Movimento".

Rousseau però c'è e il M5S potrebbe presto farvi ricorso. Se ne è parlato ieri notte durante la lunga assemblea dei gruppi, a cui ha preso parte anche il premier uscente Giuseppe Conte. "La possibilità del voto su Rousseau esiste", avrebbe detto il reggente M5S Vito Crimi nel suo intervento, secondo quanto apprende l'Adnkronos. Anzi, per il capo politico la consultazione online rappresenta un'opzione primaria "ma in questo momento non abbiamo ancora il programma: aspettiamo martedì la fine delle consultazioni con Draghi, poi decideremo". Poi Crimi avrebbe aggiunto: Mi auguro che chi ha chiesto il voto sulla piattaforma sia in regola con il pagamento delle quote a Rousseau...".

I dubbi però restano e sui social la base grillina ribolle. "I nostri attivisti sono inferociti - spiega un parlamentare - come si fa a convincerli a votare sì?". A chiedere a gran voce la consultazione online è stato, non a caso, il dominus della piattaforma Rousseau, Davide Casaleggio, alcuni giorni fa. Seguito dai parlamentari (senatori in primis) che osteggiano il progetto Draghi. Ieri in assemblea i 'ribelli' sono tornati a ribadire il loro no: da Barbara Lezzi - che ha parlato di "suicidio" politico - a Danilo Toninelli, passando per Mattia Crucioli, il quale ha letto una lista di motivi per cui il M5S dovrebbe negare il suo appoggio a Draghi.

Sulle barricate anche deputati come Francesco Forciniti, Pino Cabras, Davide Zanichelli, Rosa Alba Testamento. Quest'ultima afferma: "Finora non ho trovato motivi validi per sostenere questo esecutivo. Comunque ho detto anche che mi riservo di valutare la situazione domani al termine delle consultazioni. Per me è importante rimanere uniti. E anche io, insieme a molti altri, ho chiesto il voto degli iscritti". "Sono in attesa di capire come sarà composto l'esecutivo. Se ci saranno ministri di Forza Italia e Lega, è impossibile votare la fiducia", dice invece il senatore Matteo Mantero interpellato dall'Adnkronos.

"La paura più grande nel M5S è che Draghi possa smontare il reddito di cittadinanza... Come se fosse un imperatore e il Parlamento non esistesse", rimarca un grillino 'governista', provando a confutare le tesi dei colleghi più scettici. Il tempo stringe. Una decisione andrà presa a breve e in molti si aspettano un nuovo intervento di Beppe Grillo per convincere la base pentastellata ad avallare la nuova svolta. L'ennesima, nella storia del M5S di "governo". Perché, per dirla come il garante 5 Stelle, "le fragole sono mature", sì. Ma probabilmente spetterà agli iscritti decidere se coglierle. (di Antonio Atte)

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