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Governo, Berlusconi e la lista dei ministri: 'rebus' Giustizia

Il Cavaliere: "Nordio lo incontro per conoscerlo". Su Putin e i rapporti riallacciati: "Ho raccontato una storiella"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
19 ottobre 2022 | 00.02
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"Il ministero della Giustizia alla ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. L'accordo è stato trovato assolutamente". Silvio Berlusconi, lasciando la Camera, si è espresso così 'assegnando' la poltrona di ministro della Giustizia all'ex presidente del Senato. Giorgia Meloni ha dunque detto sì sul nome di Casellati? "Sì, sì", ha replicato sicuro il Cavaliere aggiungendo: "Nordio lo incontro per conoscerlo e vedere qual è l'apporto che può dare alla riforma della giustizia".

La casella del ministero della Giustizia, in realtà, non può essere considerata assegnata. "Per quanto mi hanno riferito quella della Casellati era una delle posizione sub iudice, lunedì sera era così", ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa.

"Abbiamo fatto le liste, e non è che la candidatura di Nordio fosse già decisa" ma su questo "Giorgia Meloni ha insistito molto. Questa è l’intenzione di Giorgia. Non mi risulta che abbiano trovato già una decisione definitiva, anzi. E non mi risulta che la Casellati, ottima presidente del Senato, abbia detto ‘o Giustizia o niente’. Per cui ritengo che le cose si possano sistemare", ha aggiunto ospite di Porta a Porta in onda stasera.

E anche il coordinatore azzurro Antonio Tajani, dato dal Cav come ministro degli Esteri e vicepremier, si è schermito: "Sono solo un chierichetto, chi entra Papa esce cardinale...", ha detto in Transatlantico. "A trattare sono Meloni e Berlusconi...", ha chiarito Tajani per il quale "ci vorranno ancora due-tre giorni" per risolvere il puzzle della squadra di governo. E all'ennesima domanda sul toto ministri, e su cosa pensa che farà Giorgia Meloni, Tajani se l'è cavata con una battuta: "Non sono Giorgia Meloni, credo si veda...".

Berlusconi, al di là delle esternazioni sulla Casellati, sè spinto oltre, anticipando altri ruoli azzurri nell'esecutivo: "Tajani agli Esteri e vicepresidente del Consiglio dei ministri insieme a Salvini, Gloria Saccani all'Università, Bernini alla Pubblica Amministrazione e Pichetto Fratin all'Ambiente e alla Transizione ecologica".

Quanto all'incontro del 'disgelo' di lunedì con la premier in pectore, "non c'è stato nessun perdono, ho chiesto io di andare lì" a via della Scrofa, nella sede di Fratelli d'Italia - ha chiarito -. E i fogli con i giudizi su Giorgia Meloni fotografati nei giorni scorsi, "sono stati gli appunti che ho fatto io mentre tutti i senatori uno dopo l'altro parlavano. Il mio giudizio è su un altro foglio ed è assolutamente positivo".

Sulle frizioni dei giorni scorsi Berlusconi ha dunque gettato acqua sul fuoco: "Non c'è mai stata una distanza tra noi e la signora Meloni, ho un rapporto di amicizia con lei, mio figlio ha un rapporto di amicizia, il suo uomo lavora a Mediaset - ha ricordato - sono tanti i punti di contatto".

Ma sono state le parole su Putin e i rapporti riallacciati con il presidente russo a far esplodere un caso. "Ho raccontato una storiella...", ha chiarito Berlusconi lasciando la Camera su quelle parole trapelate dalla riunione dei deputati azzurri su uno scambio di regali (bottiglie di vodka e lambrusco) e lettere affettuose con il presidente della Federazione russa, in occasione del compleanno del Cav. Tajani ha spiegato che si riferiva a molti anni fa: "Le bottiglie di Putin in regalo a Berlusconi per il compleanno? Roba vecchia, del 2008", ha tagliato corto.

Il presidente Berlusconi ha raccontato ai parlamentari una vecchia storia relativa a un episodio risalente a molti anni fa e relativo ad uno scambio di regali con il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto è stato diffuso da fonti Forza Italia.

"La posizione di Forza Italia e del Presidente Silvio Berlusconi rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe, è conosciuta da tutti, è in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche. Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità", viene ribadito con una nota da Forza Italia.

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