Sulla misura, spiega il ministro, "è stata accolta l'indicazione della Corte costituzionale"
Sull'ergastolo ostativo "è stata accolta l'indicazione della Corte costituzionale". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa dopo il Cdm. "Avevamo una indicazione da parte della Corte costituzionale, che si sarebbe pronunciata su alcune criticità di questa disciplina che riguardavano essenzialmente l'automatismo - ha spiegato -, cioè che per il semplice fatto di essere condannati per alcuni reati scattassero certi provvedimenti o limitazioni ai provvedimenti. Indicazione che è stata accolta e inserita nel decreto approvato. Non c'è più questo automatismo ma è devoluta al giudice tutta una serie di valutazioni".
Per quanto concerne invece la decisione di rinviare l'entrata in vigore della riforma del processo penale, riguarda "il funzionamento degli uffici giudiziari. Sono consapevole delle difficoltà in cui versano le nostre procure, gli uffici del gip, le Corti d'appello. Abbiamo convenuto di accogliere il grido di dolore delle procure che avevano manifestato l'impossibilità di adeguare la loro operatività alle risorse disponibili". Lo ha spiegato il ministro della Giustizia. "E' una normativa che va nella giusta direzione", ha ribadito.
L'entrata in vigore adesso della riforma del processo penale "avrebbe comportato un sovraccarico intollerabile" per gli uffici giudiziari, ha poi ribadito illustrando in conferenza stampa le misure contenute nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, tra cui lo slittamento dell'entrata in vigore della riforma Cartabia dal 1 novembre al 30 dicembre.
"Da un punto di vista pratico sarebbe stato impossibile garantire il flusso informativo tra pm e procure generali che la normativa prevede", ha spiegato, ribadendo che "questo non ha nessun impatto negativo con il Pnrr. Anzi avremmo corso il rischio che, dando attuazione immediata a questa riforma, per l'incompatibilità con risorse disponibili fosse inapplicabile. Questo rinvio di due mesi ci dà la possibilità di capire meglio le problematiche e di intervenire per la loro soluzione, sia in via amministrativa sia coordinando i vari uffici giudiziari. Rischiavamo di assistere a una confusione normativa - ha concluso Nordio - perché molte procure avevano emanato circolari non sempre compatibili le une con le altre".