“Il processo civile telematico è già realtà, ma di fatto non funziona bene”. Lo ha detto Alessandra Maddalena, vicepresidente dell'associazione nazionale magistrati, intervenendo al terzo congresso di Meritocrazia Italia in corso a Silvi Marina.
“Abbiamo tutti i giorni dei problemi, gli avvocati hanno ancora difficoltà. Per velocizzare la macchina della giustizia ci serve, più che una riforma -ha aggiunto il magistrato- una assistenza informatica seria, oltre a personale a pieno organico e, appunto digitalizzazione”.
"Sarà necessaria anche una rigenerazione etica, una riforma del Csm, ma non basterà. Ci vorranno riforme serie". "Noi non abbiamo una chiusura corporativa -ha aggiunto il magistrato- quando interveniamo con critiche lo facciamo per evitare che si arrivi a riforme che portano a risultati non soddisfacenti. Delle ultime riforme non siamo soddisfatti, si sarebbe potuto fare qualcosa in più sulla riduzione dei tempi dei procedimenti. L'Europa ci chiede che i processi si svolgano in tempi definiti, non che si chiudano purchessia".
"Sono contraria alla separazione delle carriere, se la paura è che i giudizi possano appiattirsi sulle richieste dei Pm, non è così". Ha aggiunto Alessandra Maddalena.
"Ci sono tantissime assoluzioni e rigetti di richieste di custodia cautelare. Il pubblico ministero deve essere nella giurisdizione perché è garanzia per i cittadini. Il referendum -ha concluso Maddalena- non porterebbe ad una vera e propria separazione ma solo al blocco dei passaggi da una funzione all'altra, ma di fatto è già così. I passaggi sono pochissimi e si sono molto ridotti negli ultimi anni. Non comprendiamo la ragione di questa richiesta di separazione delle carriere".