L'incontro è slittato più volte ieri fino a essere rimandato a oggi. La maggioranza dei parlamentari schierata con Conte ma non sono mancati appelli a sostegno della fiducia al governo Draghi
E' ripresa oggi dopo le 14, in videoconferenza, l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5S. Il nuovo rinvio, l'ennesimo, per l'assemblea è arrivato ieri nel tardo pomeriggio. La riunione, in video-call, iniziata sabato sera e ricominciata ieri mattina alle 10.30 sarebbero dovuta riprendere nel pomeriggio alle 18, poi c'è stato uno spostamento alle 20. Alla fine, si è deciso per un aggiornamento a oggi pomeriggio.
Intanto ieri non sono mancati i momenti di tensione. La maggioranza dei parlamentari intervenuti si è schierata nettamente a favore della linea del leader pentastellato Giuseppe Conte, ma non sono mancati appelli a sostegno della fiducia al governo presieduto da Mario Draghi. Una crepa, quella tra 'contiani' e 'governisti' che rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio.
Sono stati solo una quindicina, riferiscono fonti stellate vicine ai vertici, gli eletti intervenuti a favore di un voto della fiducia a tutti i costi, su oltre 60 interventi. Tra chi, in mattinata, ha preso la parola appoggiando la relazione del presidente Conte: Torto, Buompane, Bella, Gallo, Silvestri, Salafia, Cubeddu, Manzo, Baldino, Currò, Scerra, Tuzi, Lomuti, Lupo, Pellegrini, Salafia, Ciprini, Santangelo, Liuzzi. E ancora: Naturale, Gaudiano, Castellone, Melicchio, Migliorino, Guidolin, Raffa, Pisani, Scutellà, Penna, Papiro, Fede, Brescia, Tripiedi, Santillo. Hanno invece espresso forti perplessità (se non addirittura una netta contrarietà) sull'ipotetica uscita del M5S dalla maggioranza: De Lorenzis, Martinciglio, Pignatone, Soave Alemanno, Sut, Barbuto, Invidia, Cimino, Tripodi, Azzurra Cancelleri, D'Incà, Grillo, Lorenzoni, Dieni e D'Arrando. La ripresa dell'assemblea è stata rinviata alle 20 ma non si esclude che possa slittare anche a domattina.
Durante la riunione in video-conferenza iniziata alle 10.30 i toni si sono surriscaldati quando la senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i "tiratori scelti" che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall'interno: "Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi...", le parole al vetriolo della parlamentare contiana.
Secondo quanto viene riferito, più di qualcuno avrebbe apostrofato i governisti con un esplicito "un abbraccio ai traditori". Tra i più bersagliati dalle critiche ci sarebbe Maria Soave Alemanno (membro del direttivo grillino alla Camera e delegata d'Aula) che non a caso ieri è stata una delle prime a manifestare la sua intenzione di continuare ad appoggiare il governo Draghi. Nel mirino di alcuni contiani anche il capogruppo Davide Crippa: "In Consiglio nazionale devi rappresentare il pensiero della maggioranza e non portare la tua opinione personale", l'accusa indirizzata al presidente dei deputati, contrario all'ipotesi di innescare una crisi di governo. Particolarmente 'duri' nei confronti dei filo-governativi sono stati gli interventi di Leonardo Donno, Sebastiano Cubeddu e Gilda Sportiello.
"E' un clima da caccia alle streghe", si è sfogato con l'Adnkronos un parlamentare, "è impossibile esprimere un'opinione in dissenso senza essere tacciati di essere dei pupazzi di Di Maio". Qualcuno in chat arriva a evocare metodi da repressione fascista verso i dissidenti. Ad ogni modo la bilancia del consenso interno pende dalla parte di Conte: "46 parlamentari intervenuti finora sono sulla linea del leader, 19 sono per dare la fiducia a Draghi, 3 gli indecisi", ha spiegato un eletto contiano 'armato' di pallottoliere. Ma la partita è ancora lunga.