La premier italiana ha incontrato Ahmed, Herzog e Sunak. Le parole dei leader mondiali
La premier Giorgia Meloni alla conferenza sul clima di Sharm el Sheikh, dove oggi interverrà in sessione plenaria, nel quadro dell’impegno italiano alla riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, assunto dell’Europa, e del raggiungimento delle emissioni zero entro il 2050. Intanto mattinata di incontri bilaterali per la presidente del Consiglio. Il primo incontro della premier è stato con il ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed. Meloni ha quindi visto il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog. Ultimo round di questa prima parte di bilaterali, il faccia a faccia con il primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak.
BILATERALI - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro bilaterale con il Primo Ministro della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia, Abiy Ahmed. Il presidente del Consiglio ha espresso soddisfazione per la recente conclusione dell’"Accordo per una pace duratura attraverso la cessazione delle ostilità" tra il Governo etiopico e il Fronte di Liberazione del Popolo Tigrino ed ha sottolineato l’importanza di una sua efficace attuazione per il bene del popolo etiopico e la stabilità del Corno d’Africa. Meloni e Abiy hanno richiamato gli storici rapporti bilaterali e discusso delle opportunità di rafforzamento dei legami economici soprattutto in campo energetico. Il Presidente Meloni ha sottolineato come la collaborazione con l’Africa sia centrale per la politica estera italiana.
Meloni ha poi incontrato il Presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog. Lo scambio si è concentrato sull’eccellente collaborazione bilaterale e sulla transizione energetica. La presidente del Consiglio si è detta pronta a collaborare con il futuro nuovo Governo israeliano per rafforzare ulteriormente il partenariato italo-israeliano nell’ambito industriale e tecnologico, in particolare nel settore delle tecnologie pulite per l’ambiente. Nel corso del colloquio è stata condivisa una forte assonanza sulla difesa dei valori comuni a partire dalla lotta all’antisemitismo.
La premier ha avuto quindi un incontro bilaterale con il Primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak. Nel colloquio Meloni e Sunak hanno discusso le principali sfide che la Comunità internazionale deve affrontare, prima fra tutte l’esigenza di una risposta unitaria all’aggressione russa all’Ucraina, e hanno sottolineato l’importanza della cooperazione tra Italia e Regno Unito in ambito G7 e Nato. Insieme l’Italia e il Regno Unito potranno rafforzare il legame transatlantico. Meloni e Sunak hanno inoltre ribadito la volontà di lavorare insieme per sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali tra Roma e Londra.
COP27, I NEGOZIATI - Nei negoziati di Sharm El Sheik le posizioni dei 27 paesi membri saranno strettamente coordinate in ambito europeo, sulla base del costante raccordo che ha preceduto e che accompagnerà i negoziati. Tuttavia, non tutti i paesi hanno presentato impegni di riduzione delle emissioni altrettanto ambiziosi.
Come si evince dal rapporto pubblicato dal Segretariato della Convenzione il 27 ottobre scorso, infatti, l’insieme degli impegni non è sufficiente a mantenere l’innalzamento della temperatura al 2100 a 1.5 °C, come sancito dall’Accordo di Glasgow (Cop 26, novembre 2021), dov’è stato ribadito l’impegno di oltrepassare l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari l’anno nella Finanza per il Clima verso i Paesi in via di Sviluppo e altri paesi vulnerabili.
Senza contare che l’assenza alla Cop 27 di alcuni tra i principali paesi emettitori di CO2, come Cina, Russia e India, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi della Conferenza. Sullo sfondo, resta la consapevolezza che la transizione giusta è uno degli elementi chiave riconosciuti dall’Accordo di Parigi per garantire che la transizione verso la decarbonizzazione dell'economia avvenga in modo equo. Questo significa, nelle aspirazioni dei protagonisti principali, non lasciare indietro nessuno, e garantire che l'azione globale e locale per il clima protegga il pianeta, le persone e l'economia.
L'ITALIA ALLA COP27 CON UN PADIGLIONE - A Sharm l’Italia ha un proprio padiglione che, durante le due settimane del vertice, ospiterà 40 eventi. Ai giovani e al loro ruolo nell’azione contro i cambiamenti climatici è dedicato un evento che si svolgerà il 15 novembre.
Al Padiglione verrà presentato il Fondo Italiano per il Clima. Al Summit G20 presieduto dall’Italia (ottobre 2021), l’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato l’impegno dell’Italia a mobilitare 1,4 miliardi di dollari l’anno per i successivi 5 anni per il Clima, rispetto ad una media di circa 500 milioni registrata negli anni precedenti. Per raggiungere tale traguardo è stato istituito dalla Legge di Bilancio 2022 presso il Ministero della Transizione Ecologica il Fondo Italiano per il Clima, con una dotazione di 840 milioni di euro. Scopo del Fondo è finanziare interventi volti al raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi internazionali ai quali l'Italia ha aderito.
VON DER LEYEN - ''Dobbiamo fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per mantenere i 1,5 gradi a portata di mano. L'Europa mantiene la rotta''. Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen mentre la Cop27 sul clima prende ufficialmente il via in Egitto con la partecipazione dei capi di Stato e di governo. ''Dobbiamo affrontare molte sfide, ma il cambiamento climatico è la più grande'', ha detto von der Leyen aggiungendo che ''questa Cop27 dovrà tenere traccia delle promesse''.
La presidente della Commissione europea ha poi detto di aver avuto un ''primo incontro positivo'' con il neo premier britannico Rishi Sunak. ''Affrontiamo molte sfide comuni, dal cambiamento climatico alla transizione energetica, fino alla guerra della Russia contro l'Ucraina. Attendo con impazienza una cooperazione costruttiva tra Unione europea e Gran Bretagna basata sui nostri accordi'', ha scritto von der Leyen su Twitter.
JOHNSON - "Sono lo spirito di Glasgow". Così l'ex premier britannico Boris Johnson ha aperto il suo intervento in occasione della Cop27, durante un evento organizzato dal New York Times e citando la conferenza dell'anno scorso in Scozia "Siamo andati oltre a Glasgow. Decine di paesi hanno deciso di abbandonare l'uso di veicoli alimentati da motori a combustione interna. Ci siamo anche uniti per proteggere le foreste che sono così cruciali per ossigenare il nostro pianeta'', ma ''non abbiamo trovato abbastanza contanti per fare tutto ciò che dobbiamo fare", ha detto l'ex premier britannico.
Affermando che "Glasgow sia stata un punto fondamentale per la lotta contro il cambiamento climatico", Johnson ha parlato della ''catastrofe morale e umana dell'invasione dell'Ucraina da parte di Putin'' come motivo per rallentare i progressi della lotta al cambiamento climatico. "Ci saranno e ci sono molte vittime di quel grottesco errore di calcolo, ma credo che la lotta al cambiamento climatico sia stata una delle vittime collaterali più importanti", ha aggiunto.
Rivolgendosi agli Stati Uniti, Johnson ha quindi detto di ritenere ''estremamente importante" che continuino il loro programma sui cambiamenti climatici, "guidando il mondo nell'aiutare i paesi ad adottare tecnologie pulite". L'ex premier britannico ha detto che di ritenere che il presidente degli Stati Uniti ''Joe Biden lo capisca perfettamente" e chiarito che non risponderà ad alcuna domanda sull'ex presidente Donald Trump.
MACRON - "Abbiamo bisogno che gli Stati Uniti e la Cina accelerino" sui tagli alle emissioni e sugli aiuti finanziari. E' l'appello rivolto dal presidente francese Emmanuel Macron a margine dei lavori della Cop27, con la sessione plenaria dei leader che si apre stamattina. "Gli europei stanno pagando - ha lamentato -. Siamo gli unici a pagare. Bisogna fare pressione sui Paesi ricchi non europei, dicendo loro: 'Dovete pagare la vostra parte'", ha detto.
SUNAK - "Oggi mi unirò ai leader di tutto il mondo alla Cop27. Per i nostri figli e nipoti, dobbiamo mantenere l'eredità di Glasgow e proteggere il futuro del pianeta". Lo ha scritto il premier britannico Rishi Sunak, che partecipa a Sharm el Sheikh alla sessione plenaria della Conferenza dell'Onu sul clima.
AL SISI - E' arrivato il momento di trovare soluzioni concertate per affrontare "la minaccia" del riscaldamento climatico e "far sì che la temperatura del mondo non aumenti di 2,5 gradi o addirittura 3 gradi", ha dichiarato il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, nel suo discorso di apertura della conferenza. "In Egitto abbiamo stabilito obiettivi molto ambiziosi e siamo determinati ad accelerare la nostra transizione verso le rinnovabili, modificando le nostre leggi per garantire che ci sia una trasformazione verde", ha detto ancora. "L'Egitto è determinare a investire per una vera transizione verso un'economia verde", ha ribadito il presidente egiziano.
"Non c'è tempo per esitare, dobbiamo agire, ogni governo deve sfruttare tutte le sue capacità per trovare una soluzione ed anche la società civile deve dare il suo contributo", ha dichiarato ancora.
"Vogliamo azioni concrete che abbiano un impatto tangibile altrimenti non saremo in grado di affrontare queste minacce. Ci sono le basi, ma serve una volontà forte per raggiungere gli obiettivi e non avere aumenti di temperatura", ha aggiunto al-Sisi.
Da al-Sisi anche un appello ai leader mondiali ad "intervenire per fermare la guerra" tra Russia e Ucraina. "E' il momento di mettere fine alla sofferenza del mondo", ha proseguito al-Sisi, sottolineando che "il mondo intero sta soffrendo a causa del conflitto". L'Egitto, ha aggiunto, ha pagato a caro prezzo la pandemia e ora sta pagando "questa crisi".
GUTERRES - ''Siamo su un'autostrada verso l'inferno climatico con il piede premuto sull'acceleratore''. Così il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è intervenuto in apertura della Cop27. ''Stiamo perdendo. Le emissioni di gas serra continuano a crescere'', ha detto con pessimismo, sostenendo che ''stiamo lottando per la nostra vita''. Guterres ha poi sottolineato che ''le temperature globali continuano ad aumentare. E il nostro pianeta si sta rapidamente avvicinando a punti critici che renderanno il caos climatico irreversibile''.
Per questo il cambiamento climatico è la "questione determinante della nostra epoca" e la "sfida centrale del nostro secolo". Metterlo in secondo piano sarebbe "inaccettabile, oltraggioso e controproducente", ha aggiunto Guterres, spiegando che molti degli attuali conflitti sono "legati al crescente caos climatico".
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha poi chiesto ''un patto di solidarietà per il clima''. Perché "o si arriva a un patto di solidarietà per il clima o si ha un patto di suicidio collettivo". Quello da lui ipotizzato è quindi "un patto in cui tutti i paesi fanno uno sforzo in più per ridurre le emissioni in questo decennio in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi'', ha detto Guterres. "Un patto in cui i paesi più ricchi e le istituzioni finanziarie internazionali forniscono assistenza finanziaria e tecnica per aiutare le economie emergenti ad accelerare la propria transizione alle energie rinnovabili'', ha aggiunto.
Quello proposto da Guterres è quindi ''un patto per mettere fine alla dipendenza dai combustibili fossili e dalla costruzione di centrali a carbone, eliminando gradualmente il carbone nei paesi dell'Ocse entro il 2030 e ovunque entro il 2040''. Sarà quindi "un patto che fornirà energia universale, accessibile e sostenibile per tutti''. E secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite si tratterà di "un patto in cui le economie sviluppate ed emergenti si uniscono attorno a una strategia comune e combinano capacità e risorse a beneficio dell'umanità".