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M5S: "Da Di Maio accuse false e lesive, basta attacchi"

La nota conclusiva del vertice: "Dichiarazioni del ministro suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S. Coinvolgere Camere su nuovi invii armi a Kiev"

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20 giugno 2022 | 10.26
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"Le recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio riguardanti la linea di politica estera del Movimento 5 Stelle" "distorcono le chiare posizioni assunte in questa sede il 16-17 maggio (e prima ancora dello scorso 26 aprile), e oggi integralmente ribadita, sempre all’unanimità. In particolare, le dichiarazioni circa una presunta volontà del M5S di operare un 'disallineamento' dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione Europea sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze. Queste dichiarazioni, unitamente a quelle che evocano un clima di incertezza e di allarme in materia di 'sicurezza nazionale' e quindi di instabilità del nostro Paese, sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno". Così il M5S nella nota del Consiglio nazionale, diramata dopo un lungo dibattito interno all'organismo grillino sul ministro degli Esteri pentastellato.

"La nostra posizione, ribadita in ogni occasione – rimarca il Consiglio nazionale - è invece saldamente ancorata alla Carta delle Nazioni Unite, all’appartenenza euro-atlantica dell’Italia e costantemente orientata a rafforzare il processo di integrazione dell’Unione Europea, e auspica fortemente un deciso protagonismo del nostro Paese, nel quadro di queste tradizionali alleanze, al fine di favorire un’escalation diplomatica che, unitamente alla rigida applicazione delle sanzioni contro il regime russo, contribuisca alla soluzione diplomatica e politica del conflitto ucraino. Il Consiglio Nazionale, pertanto, confida che cessino queste esternazioni lesive dell’immagine e della credibilità dell’azione politica del Movimento 5 Stelle. Tutto quanto sopra deliberato all’unanimità".

UCRAINA, LA LINEA M5S - Descalation militare e maggior coinvolgimento del Parlamento, soprattutto su un eventuale nuovo invio di armi a Kiev. Questa la posizione del Consiglio nazionale grillino, a poche ore dalla riunione di maggioranza che dovrà decidere della risoluzione da votare sulle comunicazioni del premier Mario Draghi, alla vigilia del Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno.

"Il Consiglio Nazionale apprezza il lavoro che i Gruppi parlamentari del Movimento stanno svolgendo in vista della risoluzione che sarà approvata dai due rami del Parlamento in occasione delle Comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà il 21 giugno p.v. prima del prossimo Consiglio Europeo. In particolare, il Consiglio Nazionale auspica che l’intero Parlamento o, quantomeno, i Gruppi parlamentari che sostengono il Governo possano convenire sulla necessità di: una descalation militare in favore di una escalation diplomatica che porti al più presto a un cessate il fuoco e, in prospettiva, a una definizione pacifica del conflitto in atto; di un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi", si legge infatti nella nota.

Il Consiglio nazionale grillino ritiene "necessario – dopo quasi tre mesi di confitto nel cuore dell’Europa, con uno scenario in continua evoluzione – un confronto in Parlamento tra le varie forze politiche, con la possibilità di pervenire a un atto di indirizzo del Parlamento che possa contribuire a rafforzare l’azione politica del Governo in tutti i consessi internazionali e a perseguire un indirizzo ampiamente condiviso dal Governo e dal Parlamento" e considera "non sufficiente, in base ai principi del nostro ordinamento democratico, il vaglio parlamentare che è stato effettuato in corrispondenza del c.d. 'decreto Ucraina', che risale ai giorni immediatamente successivi all’aggressione militare russa, e che non tiene conto dei mutamenti nel frattempo intercorsi e delle strategie che si stanno delineando anche a livello internazionale", si legge ancora nella nota.

LA RIUNIONE FIUME, I DUBBI - Dopo la riunione fiume di ieri, il Consiglio nazionale M5S era tornato a riunirsi già questa mattina per chiudere il cosiddetto 'caso Di Maio'. O meglio per terminare il 'verbale' delle riunione di ieri in cui è stata ribadita, tra le altre cose, la posizione del Movimento a sostegno della collocazione euro-atlantica dell'Italia. Questa mattina il Consiglio nazionale avrebbe dovuto aggiornarsi sulla piattaforma Zoom proprio per chiudere il 'verbale', poi la decisione di definire la nota su Whatasapp, nel gruppo ad hoc dell'organismo grillino.

Attorno alle 11 il leader del Movimento, Giuseppe Conte, ha postato il testo per sottoporlo all'attenzione degli altri membri, però, a quanto apprende l'Adnkronos, dubbi su alcuni passaggi, più delicati, sarebbero stati espressi dal capogruppo alla Camera Davide Crippa, Alfonso Bonafede e dall'ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Da qui i tempi lunghi. Non solo.

Ieri, nel corso del Consiglio nazionale più voci avrebbero chiesto di deporre le armi ed evitare la guerriglia interna: no agli attacchi personali, al muro contro muro, alla lotta tra due fazioni. In particolare, viene riferito all'Adnkronos da alcuni fonti presenti alla riunione, l'ex ministro Alfonso Bonafede avrebbe sollevato per primo la questione, richiamando l'intervista su Repubblica del vicepresidente grillino Riccardo Ricciardi, che ha parlato del responsabile della Farnesina come un 'corpo estraneo' al Movimento. Da qui l'intervento di Bonafede, che avrebbe invitato alla compattezza e all'unità, evitando attacchi personali "che finiscono per fare male a tutti, ledendo innanzitutto il Movimento". Sulla scia del suo intervento, ne sono seguiti altri, compreso quello di Chiara Appendino. L'ex sindaca di Torino avrebbe messo in guardia dal rischio "Armageddon" -ovvero che il Movimento imploda proprio a causa della guerra interna - e che potrebbe scaturire da una comunicazione aggressiva, dagli attacchi ad personam, dal braccio di ferro tra 'contiani' da un lato e 'dimaiani' dall'altro.

FICO

"Non capisco perché ci sono questi attacchi in questo momento, subiamo una cosa che secondo me è mistificatrice, non aderente alla realtà. Allora mi chiedo, perché attacchi su cose non aderenti alla realtà? Da questo punto di vista ci sentiamo un po' arrabbiati e delusi, tutto qua. Per quale motivo si deve mettere in discussione una cosa che nel Movimento non è in discussione?", ha detto Roberto Fico, presidente della Camera, interpellato sulle frizioni interne al Movimento 5 Stelle.

"Non c'è nessun Conte-Di Maio, state sbagliando prospettiva. L'unica cosa che c’è, al massimo, è Movimento-Di Maio, perché attaccare il Movimento su posizioni che non sono in discussione dispiace a tutta la comunità del Movimento", ha aggiunto Fico.

Della eventuale espulsione di Di Maio dal Movimento, Fico non ha voluto parlare: "Dico solo, perché si deve attaccare il Movimento e metterlo in fibrillazione in un momento in cui queste cose nel Movimento non sono in discussione?". "Mi è incomprensibile e personalmente mi fa anche un po' dispiacere, e da un punto di vista capisco che la comunità del Movimento, quando c'è un'operazione non aderente alla realtà, si debba anche difendere. Il Movimento non sta attaccando, si sta difendendo da questo". "Siamo un po' dispiaciuti da questo atteggiamento - ha continuato - non c'è nessun attacco nei confronti di Luigi Di Maio. Non è questo, è solo che non capiamo e non capisco perché si attacca su una cosa che non è in discussione".

"In questo momento ci sono delle frizioni all'interno del Movimento, è vero, però io non riesco proprio a comprendere che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all'Europa che assolutamente nel Movimento non ci sono, e di cui non si sta dibattendo, non si sta dibattendo ora e non si stava dibattendo prima", ha detto ancora Fico sottolineando: "Il Movimento è saldamente ancorato all'Unione europea, abbiamo combattuto in Europa per avere i fondi del Recovery fund, e sulla Nato non c'è alcuna discussione in corso, è saldamente ancorato al Patto atlantico".

"Il Movimento 5 Stelle è con l'Europa, siamo all'interno di un Patto atlantico e sosteniamo l'Ucraina in tutti i modi, sarebbe assurdo non esserlo soprattutto e ancor di più in questo momento. Questa discussione interna al Movimento 5 Stelle non c'è", ha affermato ancora Fico.

"Queste posizioni - ha aggiunto - vanno in contrasto con il Movimento perché non sono vere. Non c'è un lavoro con Giuseppe Conte o con vicepresidenti e coordinatori dei comitati sulla questione se dobbiamo rimanere in Europa o no, se siamo nella Nato o meno. Da mesi si ribadisce sempre l'Alleanza atlantica e l'Unione Europea, non capisco perché a un certo punto qualcuno si sveglia la mattina e dice che il Movimento è contro la Nato o contro l'Unione europea. Anche il leader attuale del Movimento 5 Stelle è andato a battere i pugni in Europa e ha costruito il Recovery fund con il Next generation Eu, di cosa stiamo parlando? Sono dispiaciuto perché vengono poste questioni non reali, poi i giornali fanno i titoli sulle questioni non reali e sembra che il Movimento sia contro la Nato. E' una stupidaggine, tutto qua".

Quanto alla presunta bozza di risoluzione per lo stop all'ulteriore invio di armi all'Ucraina, "da quello che ho saputo dal Movimento, è una bozza sulla quale non si stava assolutamente lavorando, quindi non è un bozza che possiamo dire riferita al Movimento".

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