"Dopo tutto questo parlare, molta gente anche capace, addetta ai lavori, non scenderà in Calabria perché rischia di azzerare una carriera brillante per un anno e mezzo, due, di commissariamento". Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite a ‘DiMartedì’ su La7, commentando le ultime vicende relative al commissario della sanità in Calabria.
"Se poi non riesce nel progetto, nel risultato, azzera quello che ha fatto in quarant’anni di brillante professione". Gratteri poi, alla domanda se è un rischio grosso fare il commissario alla sanità in Calabria, ha risposto: "Il rischio c’è ancora, anche perché nell’ultimo decreto c’è la possibilità di scegliersi 25 collaboratori, però all’interno dell’ASP della Calabria. Ma se alcune di queste ASP sono state sciolte per mafia, il commissario da dove li deve pescare? Se i soggetti attuatori devono essere le ASP e nelle ASP c’è gente che è entrata come portinaio e usciere e adesso è dirigente, un manager addetto ai lavori non va a rischiare. Quindi ci vorrebbe la possibilità di poter scegliere almeno in campo nazionale, almeno di poter avere uno staff per andare a controllare i bilanci, i pozzi senza fondo di alcune ASP che addirittura non hanno bilanci da anni".
"Li conosco così, ma per me conoscere vuol dire averlo ‘pesato’, averlo valutato sul campo di battaglia. Varratta faceva il prefetto, ora mi pare che da un anno sia in pensione. Non so poi nel mondo della sanità quali competenze... se ce la farà, non ce la farà", ha continuato il procuratore, commentando l’ipotesi che ad assumere la carica di commissario alla sanità in Calabria possano essere o Narciso Mostarda, medico che dirige la Asl Roma 6, o l’ex prefetto di Firenze Luigi Varratta. "Io penso - ha aggiunto Gratteri - che oltre a un prefetto ci voglia gente competente".