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Castelli: "Ho solo detto: se imprenditore vuole cambiare, Stato lo aiuta"

La viceministra replica alle critiche: "Pur di attaccare il governo fomentano notizie inesistenti". Lo chef Vissani all'Adnkronos: "E' lei che dovrebbe cambiare mestiere"

Foto Fotogramma (Fotogramma)
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18 luglio 2020 | 16.26
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"Dispiace constatare che, pur di attaccare il Governo, alcuni giornali non facciano altro che inventare e fomentare notizie inesistenti, assumendosi anche la responsabilità di generare conflitti sociali". Lo scrive la viceministra Laura Castelli su Facebook dopo le polemiche per alcune sue dichiarazioni in tv sulla crisi facendo riferimento al campo della ristorazione.

"In questa fase delicata, segnata dalla pandemia", i titoli dei giornali "che dicono l’opposto di quella che è la realtà dei fatti, rischiano di creare panico. Non è corretto sfruttare la sofferenza delle persone, per vendere, forse, qualche copia in più. C’è bisogno di responsabilità, da parte di tutti".

"Ed è quello -sottolinea- che, come Governo, stiamo facendo sin dall’inizio, monitorando le difficoltà quotidiane e intervenendo, passo dopo passo, per dare supporto a cittadini e imprese, con strumenti straordinari che vanno dalla cassa integrazione al credito d’imposta per gli affitti, dai contributi a fondo perduto ai bonus per le partite iva, dai congedi straordinari ai contributi per asili nido e centri estivi, solo per citarne alcuni. Alle misure già approvate, per un totale di 80 miliardi con i Decreti Cura Italia e Rilancio, si aggiungeranno quelle che potremo adottare dopo l’ulteriore scostamento di 20 miliardi e che, prevedranno, come dico da sempre, ulteriori sostegni alle filiere più colpite, a partire da quella del turismo e della ristorazione, che stanno pagando il prezzo più alto".

"Nel contempo, però, è dovere nostro, e di tutta la politica, pensare anche a medio termine, ossia aiutando sin d’ora gli imprenditori che intendono farlo a muoversi verso nuovi modelli di attività -spiega ancora Castelli-. Ce lo impone il quadro economico provocato dal Covid, che ha inciso su bisogni e abitudini degli italiani. Negarlo, o fare finta di non capirlo, significa voler prendere in giro tutti gli imprenditori".

La vice ministra riporta poi testualmente "quello che ho veramente detto sul tema, e la citazione del ristorante, ovviamente, è un esempio e non un attacco alla categoria, come strumentalmente qualcuno ha voluto far intendere".

"Nel Rilancio, lo voglio ricordare, sugli affitti, sulle bollette, sul fondo perduto sono state date misure importanti -scrive riportando il suo virgolettato-. E guardate che dall’estero ce lo riconoscono. Poi non è abbastanza, facciamo un altro scostamento di 20 miliardi a breve, dove rifinanzieremo quello che serve per la cassa integrazione e in più degli aiuti. Però mi faccia dire una cosa, questa crisi ha spostato la domanda e l’offerta. Le persone hanno cambiato il modo di vivere e bisogna tenerne conto, bisogna aiutare le imprese e gli imprenditori creativi a muoversi sui nuovi business che sono quelli che sono nati. Ci possiamo dire che sono nati? Sono processi di lungo termine, ma se una persona decide di non andare più a sedersi al ristorante, bisogna aiutare l’imprenditore a fare magari un’altra attività, a non perdere l’occupazione e va sostenuto anche nella sua creatività, che magari ha visto che c’è un nuovo business che può affrontare. Io credo che negare il fatto che questa crisi abbia cambiato la domanda e l’offerta di questo Paese, proprio in termini macroeconomici, sia un errore. Vanno aiutate le imprese. Sposteremo alcune scadenze, come quelle di settembre, per recuperare quello che era stato sospeso, abbiamo sospeso 13 miliardi di tasse e cancellato una rata dell’Irap, una parte dello scostamento servirà anche per cancellare alcune tasse che gli italiani non pagheranno più".

Le sue dichiarazioni, intanto, hanno innescato feroci polemiche.

MELONI - "Dopo aver massacrato il settore dell'ospitalità con divieti e regole assurde e aver multato gli esercenti che scendevano in piazza perché chiedevano aiuto, l'ultima trovata del Governo giallorosso arriva dalla grillina Castelli: i ristoratori che non hanno più clienti devono cambiare lavoro. Sono senza parole. Sarebbe questa la gente che dovrebbe aiutare l'Italia a ripartire?". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

TRANCASSINI (FdI) - Dello stesso avviso il compagno di partito (e proprietario del ristorante più antico di Roma) Paolo Trancassini: "Ascoltare il viceministro Laura Castelli consigliare ai ristoratori, me compreso, di cambiare mestiere lascia increduli e genera rabbia in ognuno di noi. Sorprende la superficialità dell'approccio ad un tema così drammatico, che ricordo alla 'ignorante' rappresentante del Governo, riguarda non pochi ristoratori ma migliaia di posti di lavoro legati all'enorme filiera della ristorazione: cuochi, camerieri, commercianti, agricoltori, artigiani, etc. dovrebbero tutti cambiare mestiere solo perché un Governo di incapaci si arrende davanti alla crisi del settore e con una presunzione inaccettabile resta sordo alle proposte concrete per affrontare questa problematica. No viceministro Castelli, io non cambio mestiere, lo cambi lei così da regalarci almeno una speranza".

CALENDA - "Ma se invece: mancano i neuroni i viceministri cambino lavoro?". Carlo Calenda commenta così via Twitter le affermazioni della viceministra.

ZICCHIERI (LEGA) - "Per la viceministra Laura Castelli 'se i ristoratori non ce la fanno cambino mestiere'. Una dichiarazione ignobile e vergognosa che offende migliaia di imprenditori, operatori e loro dipendenti che stanno affrontando una crisi gravissima senza alcun sostegno dallo Stato. La Castelli si dimetta mettendo fine a due anni di gaffes, strafalcioni e idiozie varie. Dopo Beppe Grillo che definisce Roma una 'fogna', ora la Castelli che se ne esce con questa frase vergognosa: la dimostrazione che tra i 5 Stelle sono ormai allo sbando, in piena crisi di nervi". Lo afferma il deputato della Lega Francesco Zicchieri, vice presidente del gruppo Lega alla Camera e coordinatore regionale del partito.

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