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Bonafede resta a via Arenula, bis da ministro della Giustizia

Siciliano d'origine e fiorentino d'adozione, l'avvocato civilista di 43 anni è al suo secondo mandato in Parlamento.

Alfonso Bonafede (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Alfonso Bonafede (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
04 settembre 2019 | 16.48
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Siciliano d'origine e fiorentino d'adozione, Alfonso Bonafede è un avvocato civilista di 43 anni al suo secondo mandato in Parlamento. Nel Conte bis conserva il posto di ministro della Giustizia. Nato a Mazaro del Vallo nel luglio del '76, nel '95 si trasferisce a Firenze per studiare Legge. Nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università fiorentina -dove si laurea e dove conosce il professor Giuseppe Conte, che introdurrà nel Movimento - rimane a collaborare dal 2002 come cultore della materia di diritto privato e, mentre svolge la professione di avvocato presso il Foro di Firenze con uno studio autonomo, consegue il dottorato nell'ateneo di Pisa nel 2006.

In quello stesso anno Bonafede entra a far parte del gruppo degli 'Amici di Beppe Grillo' del meet-up fiorentino. Segue passo passo la nascita del Movimento, che nel 2009 lo candida a sindaco, raccogliendo però uno striminzito 1,82%. Ma il M5S è destinato a crescere esponenzialmente mentre Bonafede continua tenace nel suo ruolo di attivista. Banchetti e attività sul territorio a pancia bassa, intanto sposa Valeria, diventando padre di due figli.

Alle prime 'parlamentarie' del M5S, risulta il più votato in Toscana -227 voti su un totale di 1.300 raccolti in tutta la regione- e viene candidato alla Camera come capolista. Diventa deputato per il M5S nella XVII legislatura e, con i suoi modi gentili e cordiali, conquista la simpatia e la stima dei colleghi, ma anche dei parlamentari delle altre forze politiche. Per tutta la XVII legislatura ricopre il ruolo di vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, oltre ad essere uno dei 5 'giudici' membri effettivi del Collegio d'Appello interno alla Camera.

Appena eletto, Bonafede scrive e deposita la proposta di legge per l'introduzione della class action in Italia, applicabile come strumento generale per tutti i cittadini e le imprese e non solo per i consumatori, pdl approvata dalla Camera sostanzialmente all'unanimità. Nel 2013 è primo firmatario della proposta di legge sul cosiddetto 'divorzio breve', poi confluita nella legge approvata dal Parlamento nel 2015.

All'interno del Movimento, Bonafede diventa uno degli uomini più fidati di Luigi Di Maio quando comincia l'ascesa del giovane di Pomigliano d'Arco alla leadership dei 5 Stelle. Nel 2016 è Di Maio, all'epoca responsabile degli Enti locali del M5S, a volerlo nel gruppo di coordinamento e supporto dei Comuni governati dal M5S, composto, oltre che dallo stesso Di Maio e Bonafede , da Riccardo Fraccaro e Giancarlo Cancelleri.

Alle politiche del 2018, Bonafede viene rieletto e presentato da Di Maio come ministro della Giustizia dell'eventuale governo 5 stelle. Carica che ottiene quando nasce l'esecutivo con la Lega. Dal ministero di via Arenula si fa promotore della cosiddetta legge 'spazzacorrotti', mentre resta al palo la riforma della giustizia più complessiva, bloccata nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della crisi di governo.

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