Durante la lunga degenza in ospedale sostenitori da tutta Italia per il Cavaliere
Dai pompelmi all'acqua santa di San Francesco di Paola, fino alla Madonna della Neve con il lumino, passando per coppole e catenine. Silvio Berlusconi durante la lunghissima degenza al San Raffaele di Milano, finita oggi, ha potuto contare anche su omaggi (sacri e profani) portati al capezzale da una 'corte dei miracoli' di supporter venuti da tutta Italia. Non si sa quanto abbiano contribuito alla guarigione del Cav, ma sicuramente sono in tanti oggi a esultare per le sue dimissioni dall'ospedale, a 44 giorni dal ricovero in terapia intensiva per un'infezione polmonare in un quadro di leucemia mielomonocitica cronica.
Quando le condizioni dell'ex premier destavano ancora grande preoccupazione, una processione spontanea è iniziata fuori dal San Raffaele, dove il 7 aprile è spuntato lo striscione dei tifosi del Monza calcio: "Forza Silvio, Monza è con te", firmato dalla curva Davide Pieri. Immancabili la 'pasionaria' Noelle, la consacrata che da trent'anni segue il leader azzurro nei momenti più duri, scovata con rosario tra le mani a pregare per lui tra le corsie dell'ospedale e il 'fedelissimo' Marco Macrì, arrivato a Milano dopo dieci ore di treno dal Salento e rimasto a presidiare l'ingresso del San Raffaele per un'intera settimana, Pasqua inclusa, fin quando non è stato costretto al rientro al lavoro a Roma.
E' stato Macrì, appostato con la sua vela 'Forza Silvio, il Salento è con te', a prendere in consegna i tanti doni arrivati da vicino e da lontano. “Gli ho portato una coppola siciliana e tre pompelmi: uno rappresenta me, uno mio padre e uno Silvio”, che per noi “è un cugino acquisito", raccontava il 7 aprile un supporter di Berlusconi, prima di consegnare tutto nelle mani del 'fedelissimo', che in appena 24 ore ha raccolto 35 lettere scritte a penna da militanti e fan di ogni età. “Caro presidente Berlusconi - scriveva un 17enne del Milanese - ti seguo politicamente e moralmente da anni. Ho voluto lasciarti questa lettera per dirti che non sei solo: io sarò sempre con te con il cuore, con la mente, sono sicurissimo che anche questa volta ce la farai”.
"In molti casi chi viene giudicato, è migliore di chi giudica", il passaggio di un altro biglietto indirizzato al Cav. Tra i mittenti c'è anche chi ha tentato di consegnare la lettera direttamente nelle mani di Berlusconi: è il caso di Falco T. (si fa chiamare però 'il Tatuato'), che arrivato al San Raffaele incappucciato e con gli occhiali da sole, è entrato in ospedale diretto alla terapia intensiva, dove il leader di Arcore era ancora ricoverato.
E non si è arreso di fronte all'impossibilità di accedere al reparto neanche Ettore Fragale, il 67enne arrivato da Cosenza in Flixbus a Pasquetta per consegnare a "zio Silvio" delle boccette di acqua santa di San Francesco di Paola e l’abitino per le grazie ricevute. Non è riuscito a metterli nelle mani del presidente, ma ha dato il via - complice la ricorrenza pasquale - ai doni a tema religioso: e così davanti all'ingresso carrabile di via Olgettina 60, quello utilizzato dai parenti e dagli amici più stretti di Berlusconi per andare a fargli visita, Antonio, un operatore ecologico in pensione, ha fissato il quadro di una Madonna delle Neve con dei cerotti, che hanno 'miracolosamente' tenuto per oltre un mese, nonostante l'ondata di maltempo. Si è spento dopo pochi minuti, invece, il lumino acceso dal pensionato, che a opera completata ha detto ai cronisti: "Speriamo che la Madonna lo salvi. Gli auguro ancora 240 mesi di buona vita”.
Passando dal sacro al profano, nel mese e mezzo di ricovero i cronisti appostati fuori dal San Raffaele ne hanno viste di tutti i colori: dal passante che chiedeva 'avete mica visto Claudio Baglioni?', a 'Sasà re di Mykonos' con il suo cartello 'Forza Silvio', fino a John Travolta. O meglio, il sosia di ‘Tú sí que vales’ Stefano Bonesini. Questo però non l'ha specificato quando, la sera di Pasqua, si è fatto largo tra i giornalisti e, con aria distinta, giacca e cravatta, ha suonato al citofono dell’ingresso di via Olgettina 60, chiedendo di Berlusconi. “Chi è lei?”, ha chiesto l’addetto alla sicurezza. Risposta: “John Travolta”. Poi il balletto, per dimostrare che oltre l'aspetto dell'attore americano ha anche tutte le doti. Un tributo per "Silvio, che mi è simpatico". Chissà se il Cav lo avrà apprezzato.